Anche il centrosinistra di Andria potrebbe decidere di presentarsi al Consiglio Comunale convocato per quest’oggi mercoledì 8 agosto e per giovedì 9. Come ormai noto il ponto centrale di discussione di questa riunione della massima assise cittadina è il numero 4 all’ordine del giorno ovvero l’assestamento generale di bilancio e salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2018-2020.

Dopo aver provveduto alla sostituzione dei consiglieri diventati assessori con l’ingresso in Consiglio dell’avvocato Antonio Nespoli, del dott. Andrea Barchetta e di Nicola Lotito e la relativa assegnazione degli stessi alle commissioni consiliari che hanno un posto vacante prima di votare il permesso alla realizzazione di un canile sanitario, si discuterà l’assestamento generale di bilancio. I temi legati al bilancio dell’ente hanno assunto sempre più un’importanza politica e sono diventati centrali all’indomani della relazione che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha restituito dopo l’ispezione tenuta ad Andria tra l’autunno e l’inverno scorso.

I punti principali di rilievo da parte del Mef sono legati al tema dell’evasione delle tasse locali che si attesterebbe addirittura attorno al 40%, alla scarsa capacità di recupero delle stesse tasse. Fatti che, sommati alla fortissima riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, hanno mandato in tilt le casse comunali. Un capitolo della relazione del Mef è dedicato invece alla Multiservice, una municipalizzata di cui bisognerà per lo meno rivedere le funzioni se non le dimensioni anche se questo resta un tema del tutto marginale nella discussione politica anche con le opposizioni.

Il tema della situazione economica è invece stato cavalcato dalle opposizioni anche in maniera giustificata perché il fiato corto sulla cassa si è inevitabilmente riverberato sulla capacità del Comune di procedere ai pagamenti dei numerosi servizi offerti e mantenuti nonostante le ristrettezze economiche. Ma il tema è diventato politico nel momento in cui sono emerse in tutta la loro virulenza le frizioni tra Forza Italia e quasi tutte le altre forze politiche che sostengono la sindacatura di Giorgino. Soprattutto sulla metodologia per affrontare questa situazione: dopo una prima fase in cui l’ipotesi di ricorrere al piano pluriennale di rientro, una sorta di mutuo per rimpinguare le casse e avere la forza di ridisegnare la spesa amministrativa, era decisamente respinta dal sindaco e dai suoi, e fortemente sostenuta da quasi tutta Forza Italia che ha definito drammatica la situazione dell’ente, sembrava si fosse arrivati ad una apertura sul tema.

Il primo passo sarebbe dunque l’approvazione di uno squilibrio di bilancio rispetto a quanto previsto in quello di previsione: la ricognizione avrebbe individuato in circa 11 milioni la debitoria cui far fronte. Ma a questo punto Forza Italia ha cominciato a chiedere rassicurazioni sul fatto che la strada da percorrere dopo questa ricognizione fosse quella del piano di riequilibrio, inserendo nello stesso consiglio comunale la relativa delibera e ciò a causa delle parole espresse dal sindaco che sono apparse ai consiglieri di Forza Italia come un sospetto tergiversare sulla vicenda.

Dall’altro lato con i giorgignani hanno ribadito ieri che gli approvazione degli squilibri di bilancio è propedeutica alle decisioni successive. Dopo l’annuncio dei consiglieri del Movimento 5 Stelle che non parteciperanno al Consiglio Comunale di quest’oggi, il Partito Democratico e le altre liste del centrosinistra non hanno ancora deciso se disertare o meno. Se così fosse ai partiti di maggioranza resterebbe il cerino in mano con margini di manovra molto ridotti tra eventuali assenze e possibili voti contrari. Chissà se anche questa volta la maggioranza riuscirà a compattarsi come è sempre avvenuto dal 2010 ad oggi.