Alessandro e Luciana continuano a chiedere giustizia ma anche l’appuntamento dell’8 marzo, in udienza presso il Tribunale di Trani, ha avuto un nuovo, ennesimo, rinvio. La causa civile intrapresa per un possibile errore medico nella valutazione di una polmonite durante la gravidanza di mamma Luciana, ben 20 anni fa, e che dovrebbe aver procurato i danni celebrali con i quali convive il quasi 20enne Alessandro, non ha ancora una sentenza di 1° grado e non l’avrà per probabilmente ancora qualche mese.

Questa mattina, attorno alle 11, infatti, udienza rinviata al 19 aprile: «Il giudice che ha la causa è un GOT, un non togato, – ci dice l’Avv. Di Bari che da 20 anni segue la vicenda di Alessandro e Luciana – quindi la controversia è fuori dalla portata processuale. Abbiamo naturalmente parlato con il presidente che ha fatto il rinvio al 19 aprile per la presentazione delle conclusioni. Ora nel frattempo presenterò istanza per avere un giudice togato, che assumerebbe causa in decisione».

La sentenza non dovrebbe chiaramente arrivare neanche il 19 aprile ma presumibilmente nel giro di qualche mese. Da studiare c’è un incartamento complesso di 20 anni con tanti passaggi oscuri, diverse perizie tecniche e circa una ventina di persone tra personale sanitario e medici a partire dal ginecologo della donna all’epoca dei fatti, per arrivare a tutti coloro i quali trattarono il problema sino al ricovero in rianimazione avvenuto a fine gennaio 1998 al 6° mese di gravidanza. La polmonite diagnosticata tardivamente avrebbe tenuto il feto, in grembo, troppo tempo senza ossigeno provocando poi i danni ad Alessandro. Una vita non vita, come l’ha definita lui stesso costretto su di una sedia a rotelle, un prigioniero nel proprio corpo che chiede giustizia, una sentenza di 1° grado che, inspiegabilmente, tarda da 20 anni tra rinvii, cambi, perizie e grandi delusioni.