Più di un comune italiano su quattro finanzia le spese ordinarie con entrate straordinarie. A certificarlo sono i numeri dell’associazione OpenPolis, attraverso la sua piattaforma OpenBilanci. È qui che vengono resi disponibili i dati legati all’equilibrio della parte corrente di bilancio. Un indicatore ottenuto sommando le entrate dei primi tre titoli del documento contabile di ogni ente locale. Dividendo quindi il totale per le spese correnti e moltiplicando il tutto per cento. I numeri sono stati presentati, quest’oggi, in un approfondimento del Sole24Ore.

Ed è ancora peggiore la situazione se si considerano i dati della BAT dove solo tre comuni su dieci raggiungono l’autosufficienza mentre per tutti gli altri restano le difficoltà dal punto di vista dell’equilibrio della parte corrente del bilancio. Nella sesta provincia pugliese anche un record negativo unico in Italia. Molto virtuosi nella BAT i comuni di San Ferdinando con il 121,1%, Trinitapoli con il 112,4% e Canosa con il 102,8%. Di contro situazione peggiore d’Italia per Margherita di Savoia che per l’equilibrio della parte corrente nel 2014 si ferma solo al 12,9%. In una posizione quasi di equilibrio, invece, le città di Barletta (98,7%), Trani (98,3%) e Bisceglie (97,4%) che sfiorano il 100%. Si scende, invece, per l’ultimo co-capuologo e cioè Andria con il 92,5% e Minervino e Spinazzola rispettivamente con 93,4% e 92,4%. In Puglia è Castri di Lecce ad aggiudicarsi la palma della migliore performance con il 151,2%. Positiva anche la Città di Bari con 108% migliore tra i capuologhi di provincia pugliesi.

Le entrate in questione riguardano naturalmente quelle tributarie, cioè le tasse, i trasferimenti dallo Stato o dalle regioni e le entrate extra-tributarie. Per spese correnti, invece, sono invece quelle legate alla gestione ordinaria degli enti locali. Ad esempio i contributi per i servizi sociali, l’acquisto di beni di consumo, ma anche gli stipendi dei dipendenti.