Il cinema ci sta abituando sempre più a vedere il teatro sul grande schermo (Polanski, Genovese , La Patellière e Delaporte su tutti) ma La luna nel letto, compagnia ruvese, è riuscita a portare il cinema a teatro, quello del palcoscenico dello chapiteau del Festival Interazionale Castel dei Mondi ad Andria.

Cinema paradiso è una enciclopedia in scala ridotta della storia del cinema. Del famoso film di Tornatore, lo spettacolo ne mantiene la silhouette, la delicatezza del racconto e il sentimento nostalgico integrandone e modificandone i contenuti.

Per un uomo ormai adulto come Totò, quando i ricordi d’infanzia sono lontani, capita che la memoria li nasconda dietro il velo opaco seppur candido dei sogni, confondendo la fantasia con la realtà. Il cinema poi fa il resto, la macchina dei sogni per eccellenza affida ai frammenti di film cari a Totò, la compensazione dei desideri riempendo le mancanze. Specialmente quella del ricordo di sua madre, bella, giovane, amorevole e quasi leggendaria come Marlyn Monroe.

Attraverso le immagini dei film con cui è cresciuto, Totò riavvolge la pellicola della sua vita e si rivede crescere mentre fugge dal treno in corsa di Stand by me, quando le sorelle Lisa e Louise Burns gli danno la caccia, o gioca con Spiderman, scherza con i Blues Brothers e viaggia nel tempo con Doc di Ritorno al futuro.

Cinema paradiso è appunto questo, un viaggio in avanti nel passato e indietro nel futuro sui binari delle tracce audio e video dei film che appartengono tanto alla storia del cinema quanto all’immaginario collettivo dei cinefili appassionati come Totò. Un percorso per rileggere la vita, comprenderla e farne un capolavoro elevandola ad arte, nello stesso modo in cui l’arte in scena si intreccia alla vita. I ricordi di un uomo adulto sono il futuro del piccolo Totò che è riuscito a crescere senza invecchiare, senza dimenticare il potere della fantasia.

I mutevoli ed eccezionali attori de La luna nel letto e le luci e le scene dell’incantevole impianto cinefotografico di Michelangelo Campanale restituiscono un racconto magico, delicato e nostalgico tale che sembra davvero, come canta Beniamino Gigli, di udire ancora una notte di carezze, un gioie che non ha fine un divino sovvenire. E anche il pubblico come il Totò adulto converrà che guardando indietro nessuno potrà dire di essersi annoiato.