«Terminati i lavori della Commissione Sanità della Regione Puglia, della quale pur non facendone parte ho personalmente deciso di partecipare alla seduta perché si parlava di riorganizzazione del sistema sanitario pugliese e quindi ed a maggior ragione nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, l’impressione è stata l’ennesima presa in giro del governatore Emiliano che predica bene e razzola male – afferma il consigliere regionale di CoR Francesco Ventola».

«Il Piano di Riordino Ospedaliero – continua Ventola – preconfezionato dal presidente Emiliano con pochi intimi; redatto in modo ragionieristico e a priori senza ascoltare i territori; con la presunzione di dargli una parvenza di “partecipazione” portandolo in Commissione senza far votare gli emendamenti, è stato sonoramente rispedito al mittente. Con l’aggravante di aprire anche una crisi politica all’interno della maggioranza. Noi a Sinistra ha votato contro mentre alcuni esponenti della stessa non hanno neppure partecipato al voto. Risultato finale: 5 a 5. Già ieri, all’apertura dei lavori, come Conservatori e Riformisti avevamo deciso di non partecipare alla Fiera degli Emendamenti di un Governo, Emiliano-Gorgoni, che recitava la parte di chi da un orecchio fa finta di ascoltare e con la mano non modifica neppure un numero. O meglio a qualche cambiamento abbiamo assistito a seconda del “peso politico” in maggioranza. Una coalizione di centrosinistra, insomma, che non ha fatto suo e difeso il Piano di Riordino, ma che in modo campanilistico si è accontentato di qualche briciola territoriale per poi mandare al macero il Documento nel complesso. Per cui, la Commissione non ha avuto i numeri necessari per dare parere favorevole alle due delibere con le quali si crede di riorganizzare, per noi disorganizzare di fatto, la sanità in Puglia. L’ulteriore presa in giro – spiega il consigliere di CoR – continua ad essere il presunto ascolto farsa di tutti, la partecipazione più ampia solo declamata: Emiliano si è affacciato in Commissione per qualche minuto per allontanarsi subito dopo; riaffacciatosi, è poi andato via definitivamente. Ciò detto, che cosa accade nella nostra provincia, nel nostro territorio massacrato prima dal governo Vendola ed ora da quello di Emiliano: nulla di nuovo se non l’impegno, dopo le nostre pressioni continue, a realizzare il nuovo ospedale di secondo livello per l’urgenza e l’emergenza di Andria a servizio dell’intero bacino di competenza nel mentre, però, chiudono gli ospedali di Trani e Canosa. Se è vero che ospiteranno postazioni di medicina territoriale e post-acuzie, è verissimo che queste cose sono altro rispetto alla esigenza di posti letto ospedalieri per le condizioni di bisogno ed i disagi che ben conosciamo soprattutto per le fasce più deboli di cittadini. Gli stessi pronto soccorso diventano punti di primo intervento che dopo la stabilizzazione del paziente dovranno necessariamente fare ricorso al trasferimento da ricercare nella struttura opportuna e disponibile con tutte le difficoltà ed i rischi che possiamo immaginare, talvolta tradottisi in tragedia. Bene solo per la parte, al momento riportare sulle carte delle buone intenzioni, che per Canosa prevedono la riabilitazione funzionale (cardiologica, pneumologica), il Centro Risvegli ed il rafforzamento degli ambulatori. Ma tutto questo, sia chiaro ancora una volta, non è l’ospedale. Lo stesso discorso vale per Trani che vede potenziata la medicina territoriale, che non è tutto quello che il territorio auspicava dopo aver espresso tante specificità, professionalità e servizi che ora mancano e di cui si sente il bisogno: lo sanno anche le pietre che il numero posti letto per abitante nella Bat è una discriminazione inaccettabile. Lo sanno bene i nostri Comuni più piccoli, che ne sono scoperti, ma anche quelli più grandi i cui ospedali devono fronteggiare una domanda insostenibile. Pertanto, nella mia prima esperienza di Consigliere Regionale, sono molto rammaricato di quanto accade perché si continua a prendere in giro i cittadini; gli impegni presi in campagna elettorale da Emiliano e dalla sua maggioranza vengono disattesi completamente. Noi continueremo il nostro lavoro – conclude Ventola – come già fatto anche in questi giorni, fermo il dovere di riferire nel merito alla gente quanto purtroppo accade sulle spalle di noi tutti».