Dal mese di giugno entra in vigore nel Comune di Andria, la Delibera di Giunta del 9 aprile, approvata a maggioranza nell’ultimo Consiglio Comunale di mercoledì scorso, che porta il costo delle strutture sportive andriesi per attività agonistica federale da 5 euro all’ora ad esattamente il doppio e cioè 10 euro all’ora. Tariffa standard immaginata per tutte le strutture sportive a partire dal Palasport per giungere ai tre Polivalenti attualmente attivi ed allo Stadio Sant’Angelo dei Ricchi che è attualmente interessato dalla riqualificazione di manto erboso e spogliatoi. Gratuito l’utilizzo della pista di atletica dello stesso impianto periferico andriese quando sarà nuovamente disponibile. Tariffe annue, invece, per la gestione della Piscina Comunale con 48mila euro, e del Circolo Tennis con poco più di 5mila euro. Resta 5 euro, invece, il costo orario per l’utilizzo delle palestre scolastiche di competenza comunale per attività agonistiche federali.

Una situazione che, tuttavia, rischia di esplodere nelle mani dell’amministrazione comunale stessa: le società sportive andriesi, infatti, hanno ricevuto ieri la comunicazione dell’Ufficio Sport e sono sul piede di guerra. Inserire nei bilanci stagionali, già provati dalla grande crisi e dalla difficoltà di reperimento di risorse rivenienti da sponsor, il raddoppio della quota da corrispondere all’ente, è una mattanza complessa da digerire soprattutto per chi opera a livello federale ed agonistico. Nella prossima stagione, infatti, vi sarà una serie B di pallavolo maschile, terzo campionato assoluto di volley nazionale, una serie C1 di calcio a 5, una serie C di pallamano oltre al basket ed alle altre associazioni che svolgono regolarmente campionati di pallavolo sia maschile che femminile a livello agonistico. Per tutte queste società Andria torna ad esser una città abbastanza complessa per far sport.

Del valore dello sport e del meritevole ruolo svolto dalle associazioni sportive andriesi che mobilitano in ogni stagione ben oltre 3mila ragazzi e ragazze si è lungamente parlato, dell’inutilità di aumentare le tariffe scriviamo noi, in un settore che è pesantemente colpito da una atavica difficoltà di risorse e dialogo, ma che diviene essenziale per far veicolare il nome della città in diversi contesti oltre al ruolo educativo. Insomma un pasticcio in salsa andriese a cui porre immediatamente rimedio ripristinando quantomeno le tariffe dello scorso anno per permettere alle associazioni andriesi un minimo di programmazione più serena pur tra le mille difficoltà di una nuova annata sportiva.