«Difendiamo la Città dagli attacchi istituzionali del Presidente del Consiglio e dal silenzio assordante delle opposizioni e riportiamo il tutto nell’alveo della legalità. Ci vediamo costretti a non partecipare anche al Consiglio Comunale del 26.03, la cui convocazione è illegittima e inficerebbe la validità dei provvedimenti eventualmente approvati!». Sono le parole dei capigruppo di maggioranza e precisamente Marcello Fistola (Forza Italia); Antonio Sgaramella (Direzione Italia); Luigi Di Noia (Andria in Movimento), Riccardo Frisardi (Andria Possibile); Marco Di Vincenzo (Catuma 2015); Francesco Sansonna (Alleanza per Andria); Alita Stefania (Noi con Salvini); Gennaro Lorusso (Andria Nuova); Francesco Lullo (Gruppo Misto).

«A sancire l’irregolarità della convocazione del consiglio comunale – dice ancora la nota – è una nota del Segretario Generale dell’Ente, dott. G. Borgia, che richiama anche una nota a firma del responsabile del settore avvocatura avv. De Candia. Ci troviamo, quindi a subire l’ennesimo abuso istituzionale del Presidente Di Pilato che senza ragioni plausibili, come ormai di consuetudine, convoca le sedute in spregio a qualsiasi norma, statutaria e regolamentare. Il perdurante deplorevole comportamento del Presidente del Consiglio rappresenta un duro colpo alla dignità del ruolo dei capi-gruppo in sede di conferenza ma anche dell’intero consesso consiliare e, soprattutto, di tutti i cittadini andriesi che sono costretti ad assistere ad uno spettacolo avvilente e mortificante».

«Questa volta all’imposizione da parte del Presidente della data di fissazione della seduta di consiglio – si legge ancora nella nota dei capigruppo – si aggiunga la mancata concessione del termine di preavviso (5 giorni) intercorrente tra la convocazione e lo svolgimento della seduta. Non conoscere le norme, ignorare le regole basilari del proprio ruolo: se fatto in buona fede presupporrebbe un’evidente imperdonabile incompetenza, se fatto in mala fede, invece, configurerebbe il sussistere di gravi profili di responsabilità personale. Come già da noi sostenuto, quindi, anche tale convocazione è del tutto illegittima perché in netto contrasto con gli art. 19 e 23 del Regolamento Comunale e l’approvazione di eventuali provvedimenti, qualora impugnati, sarebbe inficiata da illegittimità».

«Alla luce di evidenti violazioni di legge – spiegano – non ci stancheremo mai di tutelare le istituzioni dagli attacchi immotivati da parte del Presidente del Consiglio che, oltre a non riuscire a rinunciare alla poltrona e ai benefici economici ad esso collegati, gestisce, e anche male, quello che ritiene essere un proprio patrimonio personale, con dispendio economico per le tasche della collettività. Non ci presteremo quindi a squallidi giochi di ripicche, abusi di potere e attacchi alle istituzioni perpetrate da chicchessia, che si tratti di burattini o burattinai. Di fronte a cotanta prepotenza, non piegheremo il capo come fa una parte della stampa che, per puro spirito di contrapposizione o per compiacere qualcuno, senza informarsi, pretende di fare informazione. E sul rispetto delle istituzioni non useremo, altresì, il principio dei “due pesi e due misure” delle opposizioni consiliari che oggi fanno orecchie da mercante per meri interessi personali e “di partito” ma che, a parti inverse, avrebbero gridato allo scandalo».

«Detto ciò – si conclude nella nota – attendiamo con ansia che il Presidente del Consiglio convochi (per la sua ultima volta) regolarmente il Consiglio Comunale con all’ordine del giorno la proposta di delibera sulla sua revoca, così da poter mettere la parola fine ad una brutta pagina per la democrazia della nostra Città».