ANDRIA | L’on. Giuseppe D’Ambrosio (M5S) ha annunciato di aver sporto denuncia ieri pomeriggio presso il commissariato di Polizia dopo essere venuto a conoscenza di un presunto tentativo di acquisto di voti per conto del Partito Democratico.

IL FATTO

L’onorevole pentastellato già nella mattinata di giovedì aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook il fermoimmagine (screenshot) di una discussione avvenuta via whatsapp nel corso della quale una persona avrebbe offerto la cifra di 30€ in cambio del voto al PD. Il nome di chi avrebbe offerto i 30€ è stato oscurato. Non è visibile invece il destinatario dell’offerta che, come si può evincere dallo screenshot, si dichiara elettore del Movimento 5 Stelle e afferma di non volersi vendere per quella cifra.

LA DENUNCIA

Con una diretta facebook l’On. D’Ambrosio ha annunciato di aver sporto denuncia presso il commissariato di Polizia di Andria: nel video live, mostra una copia della denuncia specificando di non poterla pubblicare perché la stessa conterrebbe dati sensibili e particolari sui fatti denunciati.

IL PRECEDENTE

“È l’ennesima campagna elettorale dove mi trovo costretto a fare delle denunce contro i soliti partiti che da destra a sinistra continuano a comprare voti”. Anche nella campagna elettorale per le regionali della Puglia (2015), infatti, l’on. D’ambrosio aveva denunciato alla Polizia tentativi di compravendita di voti: in quel caso, a supporto della tesi, vi era un file audio che lo stesso deputato andriese avrebbe ricevuto via posta su una chiavetta usb. Quella denuncia non ha avuto alcun riscontro nelle indagini degli organi preposti.

I DUBBI: VERO O VEROSIMILE?

In tanti hanno accolto con espressioni di disgusto il presunto tentativo di compravendita di voti. Molti hanno invitato l’onorevole D’Ambrosio a non indugiare e recarsi in Procura per segnalare quanto di sua conoscenza anche se lo stesso D’Ambrosio aveva annunciato un consulto “assieme ai miei avvocati” per valutare l’opportunità della denuncia. La riflessione, invero breve, era dovuta alla mancanza di “particolari che mi servono per il reato di scambio di voto”.

Tanti altri hanno parlato da subito di “bufala”: i dubbi sarebbero generati dal fatto che esistono diversi applicativi che consentono di simulare una conversazione via whatsapp. Il più famoso è “WHATSFAKE”. È probabilmente con questa applicazione per smartphone che subito è stato realizzata una conversazione simile nella quale una persona non identificata contatta un soggetto al quale offre 25€ per un voto al Movimento 5 Stelle. Quest’ultima conversazione è stata pubblicata da Elia Marro, consigliere comunale a Canosa di Puglia e responsabile della comunicazione nella Bat del PD.