Sette informazioni di garanzia, tutte rivolte a rappresentanti legali di società operanti nel settore delle energie rinnovabili ed in particolare nel settore fotovoltaico, oltre a proprietari di fondi agricoli, al termine dell’operazione “Raggio di Sole” eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da militari di altri reparti dislocati su tutto il territorio nazionale. Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di associazione a delinquere, falsità in scrittura privata, lottizzazione abusiva e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

L’attività investigativa dei militari andriesi, ha permesso di quantificare in circa 2,5 milioni di euro gli indebiti pagamenti erogati alle società, a discapito del gestore dei servizi energetici, somme che sono state recuperate alle casse dello Stato, sottoponendo a sequestro preventivo per equivalente le disponibilità finanziarie dei 7 soggetti coinvolti e delle società da questi amministrate, nonché i 2 impianti fotovoltaici non regolarmente costituiti.

Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Trani. I provvedimenti giungono al termine di un’indagine coordinata dall’A.G. tranese e scaturita da un’attività investigativa fondata su un’anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree del comune di Minervino Murge. In particolare, le Fiamme Gialle attraverso l’incrocio dei dati, acquisiti anche mediante sorvoli eseguiti con unità aeree del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, hanno inizialmente provveduto a ricostruire gli assetti proprietari degli impianti energetici che, seppur sviluppati sul locale territorio, sono risultati di proprietà di 4 società succedutesi nel tempo con sedi a Spinazzola e Bolzano, apparentemente non legate da alcun rapporto di affari o interesse economico.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito, poi, di fare emergere una serie di “anomalie”, parziale coincidenza delle compagini societarie, utilizzo di analoghi “modelli” per l’ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico, medesimi direttori dei lavori e progettisti incaricati per la realizzazione dei diversi siti energetici, poste alla base dell’articolato e sofisticato sistema fraudolento ideato dai soggetti colpiti dai provvedimenti. E’ stato accertato che due parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati solo formalmente frazionati in più impianti di piccola potenza, allo scopo di eludere la complessa procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione Unica Regionale (A.U.R.) e, benché suddivisi e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano, di fatto, riferibili ad un unico centro di interessi economici. La condotta fraudolenta perpetrata, oltre a semplificare le procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica, assicurava all’organizzazione criminale un indebito vantaggio legato al “conto energia”, un meccanismo che premia con tariffe incentivanti l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni.