Ci ha pensato il consigliere 5 Stelle Michele Coratella a far quadrare i conti della maggioranza, che sostiene la sindaca Giovanna Bruno. Nella riunione del consiglio comunale di ieri, lunedì 18 marzo, si discuteva il cambio di destinazione d’uso in deroga dell’ex istituto scolastico Liceo sociale delle Suore Betlemite di Andria, che vorrebbe diventare una Residenza sanitaria per anziani con venti posti letto. L’interesse pubblico, che è il presupposto necessario per concedere un cambio di destinazione d’uso in deroga, è stato oggetto di discussioni interne alla maggioranza nei mesi scorsi, perché il Partito Democratico contestava l’esistenza di questo presupposto. Ma la contestazione è durata solo fino a quanto il consigliere Di Lorenzo è stato capogruppo del partito. Le sue dimissioni, rassegnate al termine della seduta del 29 febbraio, hanno evidentemente consentito un cambio di posizione, che gli altri consiglieri del PD hanno potuto manifestare alla prima occasione utile, quando ogni dubbio sulla legittimità del provvedimento è stato sciolto. Eppure gli argomenti per dare un senso più compiuto al provvedimento non mancavano ma li ha risolti l’assessore all’urbanistica Anna Maria Curcuruto con questo intervento.

Se l’interesse pubblico è ravvisabile nella semplice riqualificazione di una proprietà privata, va da sé che i cambi di destinazione d’uso potranno trovare un facile via libera d’ora in poi ad Andria: questa la preoccupazione espressa anche dall’ex capogruppo del PD Di Lorenzo che, inascoltato quando suggeriva altri modi perché si rilevasse l’interesse della comunità, è rimasto sulla sua posizione e non ha partecipato al voto sul provvedimento.

Alla restante parte della maggioranza, improvvisamente compattata sulla via del Pendio San Lorenzo, mancava comunque un voto. L’amministrazione, e quindi indirettamente l’azienda che vuole riqualificare la struttura di proprietà della chiesa, hanno potuto trovare facile sponda nel consigliere Michele Coratella, che più che vestire i panni del capogruppo dei 5 Stelle, ha dovuto solo spolverare l’uniforme da scout e votare col saluto da lupetto.