La comunità parrocchiale del Ss. Sacramento e l’intera città di Andria piangono la scomparsa di Michele Giorgio. Una vita spesa per la sua parrocchia, oltre che per la città a cui ha contribuito dal punto di vista politico e sociale. Consigliere comunale e poi assessore durante le amministrazioni D’Avanzo e Terzulli, ha da sempre lasciato il segno nei luoghi che abitava.

E poi, negli ultimi anni, l’impegno per l’Auditorium “Mons. Di Donna”, adiacente la sua parrocchia. «Oggi ci fermiamo un attimo. Questo auditorium deve molto all’impegno costante di Michele che ha sempre guardato oltre, ha sempre visto in questo spazio un potenziale, ha messo tutte le sue forze per far sì che oggi Andria avesse questo spazio culturale» – hanno commentato sulla pagina social dell’Auditorium.
Impegno e forze spese anche per le realtà associative, in primis l’Unitre, al fianco di sua moglie, Maria Rosaria Inversi e poi per l’ANSPI, all’interno delle parrocchie e degli oratori cittadini.

«Da sempre si è messo in gioco per la sua parrocchia al fianco dei giovani incoraggiandoli nelle attività e nel loro percorso formativo. Questo suo lasciarsi condurre e mettersi in gioco in tutto è stato da sempre punto di riferimento per i più piccoli.» – questo il ricordo di Don Vincenzo Giannelli, parroco del Ss. Sacramento.

«Un uomo innamorato di Dio, della famiglia, della comunità, dei ragazzi. Attento al servizio, ma non al posto, al ruolo. Sempre attento a lasciare spazio perchè chiunque arrivasse potesse sentirsi a casa e sedere» – il ricordo sui social della sua comunità parrocchiale.

Una vita impiegata nel servizio, sempre silenzioso, per gli altri e che oggi diventa un esempio per i più giovani e quelli che lo hanno conosciuto.
La salma sosta nella Casa del Commiato in Via Cinzio Violante, i funerali saranno celebrati nella giornata di domani, 24 gennaio, alle ore 16 presso la parrocchia del Ss. Sacramento.

«Guardaci ora dal cielo, Michele, e insegnaci che più che avere qui una poltrona o uno scranno è molto meglio far fare agli altri, perchè tutti si sentano amati, “al loro posto”».