“Non temete di non farcela, c’è bisogno di voi” – è così che Papa Francesco ha salutato un milione e mezzo di giovani provenienti da tutto il mondo per la Giornata mondiale della Gioventù. Tante nazionalità, lingue e culture diverse tutte sullo stesso prato, quello di Campo de Graça, a Lisbona, che ha accolto i pellegrini per i momenti salienti della GMG, la veglia di preghiera e la messa conclusiva con Papa Francesco.

È terminato ieri il pellegrinaggio per i 150 giovani della Diocesi di Andria tra spirito di adattamento, fatiche e disagi.
Un’esperienza in primis di fede e incontro iniziata a Lourdes, terra dove l’umano ha incontrato il divino in cui i giovani sono stati accompagnati dalla storia di Bernadette e l’incontro con la Vergine.

Un pellegrinaggio che alcuni di loro hanno definito “rigenerante”, una ventata di aria positiva tra le fatiche della vita quotidiana.
«È stata un’esperienza di fraternità e condivisione» – ha sottolineato don Vito Zinfollino, direttore della Pastorale Giovanile. «Adesso è ora di mettersi in piedi e di portare ai nostri amici la gioia di questa esperienza».

Giorni intensi in cui i ragazzi hanno toccato con mano la bellezza di una Chiesa che va al di là delle realtà parrocchiali e diocesane.
Sventolare bandiere della propria nazione, intonare canti e cori, scambiarsi gadget tipici della propria nazione: è stata questa la Giornata Mondiale della gioventù, una scommessa vinta dalle nuove generazioni sempre considerate lontane dalla Chiesa.
Una scommessa vinta perché in Portogallo, a Lisbona, c’erano oltre un milione di giovani che hanno scelto di partire lasciando i propri comfort testimoniando che la diversità è ricchezza.
Sulla via del ritorno don Vito Zinfollino condivide un desiderio: «Continuare ad essere missionari di gioia, non imprigionare la bellezza, mettersi in piedi e portare la gioia di appartenere alla Chiesa di Cristo».

“Esta es la juventud del papa” hanno gridato a Lisbona ed ora a loro il compito di portare questo entusiasmo tornando nelle città, tra i banchi di scuola e nelle comunità parrocchiali.