Vuole esercitare un diritto al ripensamento per cause sopraggiunte il consiglio comunale di Andria che lunedì si riunirà per discutere la variante al piano regolatore che pure il consiglio di Stato ha statuito doversi adottare per consentire la realizzazione della bretella stradale che ormai nessuno, o quasi, vuole. L’appalto della Provincia BAT fu vinto dalla impresa barlettana D’Oronzo ed aveva una dotazione finanziaria di oltre 27 milioni di euro. Che oggi non sarebbero sufficienti per costruire quella strada che correrebbe, sostanzialmente, parallela all’attuale ex 98 nel tratto che attraversa il comune di Andria. Un’opera ritenuta inutile tanto che il no a quella nuova strada era stato già espresso dal consiglio comunale nel 2021 ma il ricorso presentato dalla impresa D’Oronzo e dalla provincia BAT ha fatto emergere la decisione dei giudici che hanno affermato che il comune di Andria non aveva mai espresso nelle opportune sedi il proprio parere negativo. Ma il no a quest’opera è stato inserito nei programmi elettorali di quasi tutti i candidati sindaco ed era ben presente in quello di Giovanna Bruno che ora ha una gatta da pelare con diversi consiglieri comunali di maggioranza ed anche qualcuno di opposizione intimoriti dalla possibilità che l’impresa D’Oronzo promuova azioni giudiziarie per ottenere risarcimenti danni proprio dai consiglieri comunali: eventualità che la D’Oronzo ha messo nero su bianco in una nota a firma dei propri avvocati che invita ad ottemperare all’ordine del giudice e ad adottare la variante al PRG necessaria per la realizzazione dell’arteria stradale. A questa nota ha risposto duramente l’ufficio avvocatura del comune con Beppe De Candia che ha bollato come “inaccettabile ingerenza” la lettera degli avvocato della D’Oronzo. Non sappiamo se la lettera possa aver convinto qualche consigliere comunale a cambiare idea sul no alla realizzazione della strada, ma secondo la delibera proposta alla massima assise cittadina da parte del settore affari generali e istituzionali, il consiglio comunale ha tutto il diritto di esprimere il proprio diniego alla variante urbanistica: perché la dotazione finanziaria ad oggi coprirebbe circa il 25% dei costi dell’opera, perché ora in quella stessa zona si dovrà realizzare la viabilità che conduca al nuovo ospedale, perché va evitato il consumo di suolo in zone di conduzione agricola e in aree vincolate.