Aggredita, malmenata e minacciata dal suo compagno, negli scorsi mesi ha dovuto far ricorso alle cura dei sanitari del pronto soccorso. Il marito era stato arrestato per i gravi maltrattamenti in famiglia. Ma appena scarcerato, nonostante le limitazioni dei giudici, è tornato a minacciare la donna, incutendo terrore e concreta angoscia per le loro sorti.
In attesa di ulteriori provvedimenti dell’autorità giudiziaria e per la loro tutela immediata, i Servizi sociali, in collaborazione con il Centro antiviolenza Riscoprirsi, hanno provveduto ad inserire la donna in una Casa rifugio ad indirizzo segreto.

L’Assistente sociale comunale, nel corso del colloquio professionale, ha potuto constatare lo stato ansioso della donna, la sua disperazione rispetto al pericolo percepito e alle reali preoccupazioni per la sua sorte, minacciata di morte e dei suoi figli. Valutato lo stato di rischio, è stato immediato il ricorso alla protezione in struttura (ex art. 403 c.c.) in accordo con la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari.

E’ il secondo caso dall’inizio dell’anno. Ma altre 4 donne con i loro bambini (8 in tutto) sono ancora in protezione, a cura dei Servizi Sociali, per evitare aggressioni e maltrattamenti da parte dei loro coniugi e in attesa di decisioni da parte dell’Autorità Giudiziaria. Mariti e padri violenti, le cui modalità anche solo intimidatorie, rappresentano un fattore di rischio e determinano un trauma per i minori in età evolutiva, che inevitabilmente segnerà il loro percorso di crescita.

I percorsi giudiziari sono lunghi e complessi e talvolta il maltrattamento agito, non sempre documentato da referti del pronto soccorso, è incisivo e dirompente nell’equilibrio psicologico di donne e bambini.

Minacce, denigrazioni, aggressioni verbali, squalifiche, invettive, violenza economica (lasciare la famiglia senza risorse per i beni primari, anche quando il giudice stabilisce un assegno per il loro mantenimento) al pari di una aggressione fisica, costituiscono condizioni afflittive intollerabili che giustificano un intervento da parte dei Servizi sociali.

«Questa attenzione alle persone, a quelle più vulnerabili – sottolinea l’Assessore Dora Conversano – caratterizza le funzioni del nostro Servizio sociale e della rete di servizi collegati. Una collaborazione permanente fra i diversi attori pubblici e del terzo settore, che rappresenta un valore aggiunto per la comunità cittadina».

La Sindaca Giovanna Bruno ricorda che «potenziare il Servizio sociale, per raggiungere il Livello essenziale (LIVEAS) previsto dalla legge di almeno 1 assistente sociale ogni 5000 abitanti, resta l’obiettivo primario di questa amministrazione, per il 2023, per assicurare le dovute prestazioni di protezione, cura e sostegno delle fragilità e accompagnamento della genitorialità».