Iniziano i 20 giorni che definiranno il futuro e la dimensione della Fidelis Andria. La linea di orizzonte coincide con venerdì 14 luglio, data in cui cadranno i termini per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie D. Un punto di partenza da raggiungere a ogni costo. Prima di quel confine temporale, però, andranno necessariamente completati dei passaggi. Fondamentali per definire i volti che rappresenteranno la dirigenza biancazzurra nella stagione 2023/24, risolvere i nodi legati all’attuale quadro debitorio e comprendere budget e obiettivi della prossima annata. L’unica certezza al momento è che le flebili speranze di una riammissione in C sono sfumate e che il torneo di competenza della Fidelis sarà la categoria più alta del calcio dilettantistico. Giovedì 29 giugno, come annunciato dalla proprietà che oggi fa capo al presidente Aldo Roselli, a Palazzo di Città ci sarà una conferenza stampa. Obiettivo, infrangere la cortina di silenzio che nel 2023 ha caratterizzato per larghi tratti la gestione societaria, fare chiarezza su eventuali trattative in corso – nelle ultime ore filtrano spifferi su un dialogo con imprenditori andriesi, la cui identità resta top secret, avviato dallo stesso Roselli – e comprendere se la coesistenza tra il presidente biancazzurro, il presidente onorario Giuseppe Catapano e l’amministratore delegato Pietro Lamorte, oggi soci di maggioranza del club, è ancora possibile. Perché questo avvenga occorrerebbe trovare un accordo preventivo tra le parti per coordinare i rispettivi campi di competenza e poter così anche stimolare il sostegno dell’imprenditoria locale. Dal 23 aprile, data della retrocessione in D sul campo, sembra essere passata una vita. Tempi dilatati dalla mancanza di certezze e dalla ricchezza di incognite, che una tifoseria sempre vicina alla Fidelis continua a subire. La sensazione, o forse più la speranza, è che la presenza di una deadline possa aiutare a fare chiarezza e programmare la stagione che verrà. Passando per la scelta dell’allenatore e dell’organico, con la consapevolezza di avere un gap temporale da colmare su una concorrenza che è già all’opera.