A quasi 7 anni dal disastro ferroviario del 12 luglio 2016 (in cui morirono 23 persone, 51 i feriti) potrebbe essere finalmente arrivato il giorno della sentenza di prima grado sul processo Bari-Nord. Nella mattinata di oggi, infatti, ci sarà quasi certamente l’ultima discussione in aula, le contro repliche di pm, parti civili e difese. Alla sbarra ci sono 16 imputati persone fisiche oltre a Ferrotramviaria.

A fine ottobre 2022 i pubblici ministeri hanno chiesto 12 anni di reclusione per il Conte Enrico Maria Pasquini, presidente di Ferrotramviaria sino al 2013 oltre al direttore generale Massimo Nitti ed il direttore d’esercizio Michele Ronchi. Nove anni, invece, la richiesta per Giulio Roselli, dirigente della divisione infrastrutture di Ferrotramviaria. Per Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, i due capistazione rispettivamente di Andria e Corato in quella mattina del 12 luglio la richiesta è di sei anni, così come per Nicola Lorizzo, il capotreno unico sopravvissuto tra i dipendenti di Ferrotramviaria nella tragedia. Sempre a sei anni la richiesta di condanna per Francesco Pistolato, dirigente coordinatore centrale della Ferrotramviaria. Tutti a sei anni anche le richieste di condanna per Giandonato Cassano, coordinatore di ufficio-responsabile dell’unità di formazione e regolamenti rete sociale, per Tommaso Zonno, coordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta ferroviaria, per Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisione passeggeri di Ferrotramviaria, per Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, “cuot” di Ferrotramviaria, per Virginio Di Giambattista, direttore generale per i Sistemi di Trasporto a Impianti Fissi ed il Trasporto Pubblico Locale, per Alessandro De Paola e Pietro Marturano avvicendatisi nel ruolo di direttore dell’Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi di Puglia, Basilicata e Calabria. Chiesta l’assoluzione invece per il solo Antonio Galesi, responsabile unità tecnica movimento stazioni. Per Ferrotramviaria, infine, richiesta una sanzione di euro 1.125.000 oltre alla confisca di euro 664.000 e revoca di autorizzazioni alla circolazione per un anno.