«Ricordate la fontana di piazza Catuma insozzata da schiuma, di qualche giorno fa? Nel silenzio l’amministrazione si è messa al lavoro per individuare i responsabili, affidando alla Polizia Locale questo triste incarico. E si, perché diciamo che i nostri Vigili Urbani hanno cose molto più importanti da fare ogni giorno e invece, nostro malgrado, spesso devono essere distolti per inseguire le bravate che subiamo, tutti. Come fatto già per il Monumento ai Caduti, anche questa volta gli autori della buffonata sono stati intercettati, convocati e multati». Lo scrive in una nota il sindaco di Andria, Giovanna Bruno.

«Accanto alla (magra) soddisfazione di aver chiuso il cerchio della responsabilità, resta davvero l’amarezza per azioni come queste. Segno di leggerezza, di cattiva educazione, di mancanza di rispetto, di scarso senso civico, di incoscienza. Ho incontrato i due responsabili. Insospettabili. Discretamente inseriti anche nel tessuto sociale di questa nostra Città. Senza nessuna povertà culturale o educativa alle spalle. Mi hanno consegnato le loro scuse, sentite, che affido a tutti.

Però, credetemi: sono rimasta senza parole ascoltandoli. Un gesto fatto senza un perché, con l’idea di fare una bravata notturna. Senza pensare alle conseguenze.

Due giovani (non adolescenti, affatto), che di notte prendono un detersivo e provano gusto a veder fluttuare bolle in una fontana pubblica, senza nemmeno loro stessi spiegarsi il perché… è amara come cosa. Cioè, siamo di fronte ad un vuoto totale. Come i tanti vuoti che fanno danni alla collettività, a destra e a manca.

I due si sono resi disponibili a fare azioni di riqualificazione di qualche zona della città. Valorizzeremo questa volontà, ne faremo nascere qualcosa di bello. Nel frattempo sono stati multati severamente e sono state addebitate loro anche le spese di pulizia della fontana.

Ringrazio la nostra Polizia Locale per la confermata professionalità e determinazione. Auspico che questa incresciosa vicenda lasci nei due giovani almeno il segno di una pagina di crescita vera della loro vita. Posso solo sperare questo, per loro.

Vorrei davvero non dover più raccontare queste storie. E desiderare che quella fontana e qualunque altro luogo pubblico e qualunque altro bene comune, godano del rispetto che si deve a casa propria».