Non si placa la protesta dei dipendenti dell’Ati Si.Eco – Gial. Plast che si occupa del servizio raccolta dei rifiuti nella città di Andria. Oggi e domani gran parte dei lavoratori avrebbero dovuto incrociare le braccia per lo sciopero indetto dalla FIL Puglia, a cui aderiscono circa una sessantina di lavoratori sui cento impegnati nel servizio, ma la manifestazione di protesta è stata revocata dalla prefettura per alcuni problemi burocratici. Tuttavia i problemi restano ben chiari ed anzi, è notizia di qualche giorno fa, anche l’organizzazione sindacale Cobas del Lavoro Privato ha deciso di unirsi alle forme di protesta dei sindacati autonomi dei lavoratori. In particolare l’attenzione dei rappresentanti dei Cobas si è concentrata sul cantiere dove le ditte hanno il loro quartier generale ad Andria. Un cantiere all’interno di un’altra azienda andriese che, tuttavia, non ha mai risolto i problemi da sempre denunciati dai lavoratori.

Sicurezza sul lavoro messa a dura prova, come spiegano i rappresentanti dei Cobas, già dall’arrivo sul posto di lavoro degli addetti. L’accesso al cantiere avviene dal parcheggio circostante attraverso uno stretto varco aperto con cesoie nel reticolato metallico installato per proteggere il cantiere. Il problema è che non esistono fari ad illuminare l’entrata e l’accesso diventa praticamente un labirinto irto e buio in cui è molto facile farsi male. Non tutti i lavoratori hanno ricevuto gli indumenti da lavoro ed i dispositivi di protezione individuale adeguati oltre agli spogliatoi allestiti in angusti container ed in cui spesso manca l’acqua. Denunce che si sommano a quelle della FIL Puglia a cui bisogna aggiungere anche le questioni relative alla regolarità nell’erogazione degli stipendi. Tutte situazioni già denunciate da tempo ormai dai lavoratori praticamente sin dall’inizio dell’affidamento del servizio, ad inizio luglio scorso, alla nuova ATI che si è aggiudicata il bando ponte di due anni indetto dalla Regione Puglia. Lo sciopero, formalmente, è solo rinviato in realtà visto che anche i Cobas, come la Fil Puglia ed altre sigle autonome, restano sul piede di guerra ed attendono incontri ufficiali con le aziende e con l’amministrazione comunale.