Sono stati illustrati questa mattina i progetti presentati da sei capoluoghi di provincia pugliesi, ovvero Lecce, Brindisi, Bari, Andria, Trani e Barletta, per la creazione di Hub di Innovazione sociale. L’iter di acquisizione delle proposte è partito nel 2019, ma le procedure negoziate e i contratti preliminari per i progetti sono stati firmati nell’ultimo anno, quando l’assessora al Welfare ha partecipato a incontri con i Comuni per rilanciare una misura in grado di promuovere l’economia sociale, per questo ancora più importante dopo la pandemia. Complessivamente la dotazione finanziaria è di oltre 11 milioni di euro a valere su Fondi FESR e FSE.

Presenti in conferenza stampa l’assessora alle Politiche Educative del Comune di Bari, Paola Romano, la sindaca e l’assessora alla Bellezza del Comune, Andria Giovanna Bruno e Daniela Di Bari, il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, l’assessora ai Servizi sociali e l’assessore all’Ambiente del Comune di Trani, Alessandra Rondinone e Pierluigi Colangelo, il sub commissario del Comune di Barletta, Ilenia Piazzolla, e il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini.

Il progetto finanziato e che riguarda la città di Andria è il Food Policy Hub, concepito come un cantiere di progettazione con la finalità di definire la Food Policy del Comune di Andria, un piano urbano d’azione teso a valorizzare l’agricoltura periurbana, a diffondere buoni stili di vita e nutrizionali, a ridurre gli sprechi alimentari, ad attivare start-up in campo agroalimentare, a promuovere la filiera corta nelle mense e nella distribuzione, a realizzare politiche di inclusione attiva attraverso il cibo e la nutrizione.

«Attraverso il finanziamento di Hub di innovazione sociale – ha dichiarato l’assessora al Welfare – mediante un percorso di condivisione degli obiettivi da raggiungere nel rispetto delle caratteristiche dei diversi territori e quindi delle relative specifiche propensioni, abbiamo voluto favorire da un lato soluzioni esemplari dal punto di vista del potenziamento delle infrastrutture e delle attrezzature a supporto dell’innovazione sociale, dall’altro il miglioramento delle condizioni di accessibilità ai servizi innovativi da parte di cittadini e attività economiche a contenuto sociale. La misura tende, attraverso la sfida dei Comuni capoluogo di provincia, a favorire la nascita sul territorio di una ‘regia per l’innovazione sociale e la rigenerazione urbana’ e la rifunzionalizzazione di immobili di proprietà pubblica, quali spazi fisici per lo svolgimento di attività imprenditoriali di interesse sociale. Vogliamo poi incentivare l’apertura di cantieri di innovazione sociale per sperimentare forme giuridiche capaci di attivare welfare community e partenariati, le esperienze di mutuo-aiuto e di crowdfunding di lavoro sociale per rendere accessibili, ai cittadini più svantaggiati, servizi socio-sanitari a costi sostenibili. Intendiamo, inoltre, sostenere esperienze di contatto con il mondo del lavoro per giovani professionisti inoccupati e stimolare l’animazione di spazi pubblici per i cittadini con il fine di promuovere la coesione sociale».