Nell’ambito della mostra LaudArti inserita nel programma della 585esima edizione della Fiera di Aprile 2022, ci saranno anche le “Storie ricucite” degli ospiti della Comunità Migrantesliberi, che racconteranno l’esperienza dei laboratori creativi de “La Téranga”:

Mercoledì, 27 aprile 2022, ore 19:00 – 21:00: “Storie ricucite” presso Casa Accoglienza “S. M. Goretti” della Diocesi di Andria – Via Quarti, 11. Le attività dei laboratori creativi de “La Téranga” della Comunità Migrantesliberi in questi anni hanno ricucito tante storie di accoglienza e dolore, sono state il crocevia di una terapia della gioia, della convivialità e della possibilità. L’attenta dedizione degli educatori nei confronti di tutte le persone accolte, hanno fatto emergere la bellezza della vita anche se tante volte segnata dall’esclusione, dal degrado, dalla devianza.

Il valore umano di queste storie ricucite dagli strappi della vita ha generato nuove tessiture sociali che hanno prodotto ricadute importanti sul territorio: creazione di impresa, inserimento lavorativo e autonomia abitativa. Questo ci racconta come le buone prassi dell’accoglienza possono diventare un riscatto per molti e continuare a permettere di credere nel bene comune.

I manufatti La Téranga sono realizzati e confezionati da uomini e donne che, attraverso il lavoro, vogliono ricucire le proprie storie di vita segnate dalla sofferenza. Colori vivaci dei tessuti africani vengono lavorati e trasformati in originali prodotti artigianali che testimoniano il riscatto degli ultimi, di chi dai margini dell’esistenza ha saputo rialzarsi ed incarnare un messaggio di speranza per tutti. Dal dolore si può rinascere più forti.

Difatti, alla luce dell’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco, la mostra LaudArti è una risposta alla globalizzazione dell’indifferenza dove troviamo «un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e il bisogno di una nuova solidarietà universale… Non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri», scrive don Geremia Acri.