Nelle prossime settimane la Società in house del Comune di Andria, l’AndriaMultiservice, dovrà presentare il suo bilancio. Il 31 dicembre si chiude infatti l’esercizio di competenza 2021. Su questa delicata vicenda, interviene l’imprenditore ed ex consigliere comunale Riccardo Frisardi.

«Per l’esattezza, la contabilizzazione dei costi e dei ricavi potrà essere effettuata entro il mese successivo, dopo di ciò si potranno effettuare le scritture di assestamento e di conseguenza, dopo i dovuti controlli dell’amministratore, della società di revisione, del collegio sindacale, l’accertamento dei crediti e debiliti con il responsabile della ragioneria del Comune, si potrà predisporre il progetto di bilancio da presentare al Socio Unico con la convocazione dell’assemblea societaria per la discussione sull’approvazione dello stesso, con le delibere consequenziali. Nella stessa sede dovrà essere nominato il nuovo Amministratore ed il nuovo Collegio Sindacale composto dal Presidente, due sindaci effettivi e due sindaci supplenti. Già nel report trimestrale al 30 settembre, consegnato dalla Società al Comune per le opportune verifiche, ovvero per le procedure relative al “Controllo Analogo”, si delinea chiaramente quello che sarà il risultato economico aziendale. Purtroppo se non ci dovessero essere novità, se anche questo bilancio presenterà delle perdite, come i due precedenti, l’AndriaMultiservice dovrà chiudere, con la conseguente scomparsa di una realtà produttiva importante per la comunità locale e la conseguente perdita di circa 100 posti di lavoro.

«Premetto – prosegue Riccardo Frisardi – che il mio intervento vuole stimolare un decisa risoluzione della vicenda da parte dell’Amministrazione comunale, quale socio unico di questa Società e che in qualità di ex amministratore comunale sono stato ripetutamente sollecitato da amici e conoscenti, anche dipendenti dell’AndriaMultiservice ad intervenire sul punto. Il mio, pertanto, vuol essere un contributo terzo, non interessato e soprattutto costruttivo. Non mi dilungo su quelle che sono state le motivazioni che portarono nel 2000 alla costituzione di questo soggetto giuridico, una Società partecipata, con un’iniziale quota di capitale da parte di Italia Lavoro SpA del 49%, ma le sue intenzioni come erano giustificate allora lo sono anche oggi. Purtroppo lo stato di dissesto del Comune di Andria, socio unico della storica Società in house, non lascia presagire spiragli di occupazione a tempo pieno per i circa 100 lavoratori dipendenti. Numerosi incontri si sono svolti nei mesi scorsi a Palazzo di Città e si sono tenute assemblee presso la sede della società, con la presenza di tutti i soggetti, gli organi sociali, ivi compreso il Socio Unico rappresentato prima dal Commissario Straordinario, dott. Gaetano Tufariello e successivamente dall’attuale Sindaca, avv. Giovanna Bruno, nonché da tutte le sigle sindacali con i propri componenti nella RSA. Ma ad oggi tutti i buoni propositi, le intenzioni di salvataggio, i ridondanti, quanto mai inapplicabili (ed inapplicati) piani industriali per una riconversione della mission dell’AndriaMultiservice, non hanno portato a quell’auspicato piano di salvataggio. Allora io mi chiedo, perché con si sta procedendo in tal senso? Cosa si sta aspettando, che la società fallisca e che qualcuno la rilevi cotta e defunta?

Io credo invece che la politica debba prendersi le sue responsabilità ed uscire fuori da falsi alibi e supposti mai conosciuti piani di rilancio. Se l’AndriaMultiservice deve continuare a vivere lo può fare con nuovi capitali e l’ingresso di nuovi soci. L’aumento di capitale sociale o l’acquisto dal Comune della quota massima possibile ai fini legali, pari al 49%, non risolverebbe il problema economico della società. Questi “ingressi” sono vitali per le aziende in stato di difficoltà finanziaria e con una situazione debitoria ai limiti del fallimento, dandone nuova linfa. Il Patrimonio Netto dell’AndriaMultiservice, da quanto mi consta, non presenta tali rischi! Il problema della Società è economico. L’unico committente è lo stesso Socio unico, il Comune di Andria. Ben venga quindi l’ingresso di un nuovo/i soci/o ma che questo/i sia/no in grado di creare nuovi ricavi! Nuovi ricavi che, né il committente, né soprattutto l’attuale gestione societaria, amministratore e direttore generale -ambedue ingegneri- da quello che mi risulta sono stati in grado di apportare. Per poter raggiungere un risultato economico positivo, data la particolare destinazione economica di questo tipo di società, si deve necessariamente intervenire sui ricavi e giammai sui costi, visto che la maggior parte degli stessi (più del 70%) è rappresentato dal costo del personale, ad oggi circa 100 dipendenti. Questo risultato lo si può raggiungere allargando le azioni della Società, inglobando servizi che adesso non sono nel novero delle sue attività. Pertanto, lungi da speculazioni di sorta, sono a chiedere che al più presto avvenga un risolutivo confronto tra Amministrazione comunale, management dell’Andria Multiservice e Sindacati e che finalmente l’Amministrazione comunale illustri il piano di rilancio a cui sta mettendo mano, secondo quanto è stato nel recente passato dichiarato. Solo così sarà possibile pensare ad un futuro certo per questa realtà produttiva ed i suoi dipendenti, che non meritano di finire in mezzo ad una strada», conclude Riccardo Frisardi.