«Con la conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, la vita di migliaia di donne e uomini afgani è a rischio. Ciò riguarda in particolare coloro che, per le loro scelte, sono considerati dai talebani come nemici da ridurre al silenzio o addirittura da eliminare. Tra questi coloro – in particolare le donne – che si sono impegnati – anche a fianco dell’Italia e dei Paesi europei – per cercare di promuovere un Afghanistan laico, aperto, equo e attento alla promozione dei valori universali a cui le nostre società si ispirano.

Il Governo italiano ha ritenuto opportuno predisporre un Piano per mettere in sicurezza i collaboratori del contingente militare e diplomatico a Kabul e presso il comando di Herat. Ma ha anche espresso l’urgenza di offrire protezione umanitaria a quanti hanno collaborato con le Istituzioni italiane in questi anni e alle categorie più vulnerabili, a partire dalle donne.

Serve ora però una risposta comune europea, per creare canali di accesso e corridoi umanitari, con una particolare priorità per le donne, i minori e le famiglie. La comunità internazionale deve adoperarsi per costruire e garantire vie di uscita e una vera e diffusa accoglienza per il popolo afghano, e per i tanti civili che in questi 20 anni hanno collaborato con coraggio e lealtà con i governi, le ong, e le associazioni straniere per costruire un nuovo Afghanistan.

L’Europa, l’Italia, possono ora dare una risposta concreta alla prima urgente sfida che abbiamo davanti nello scenario della caduta di Kabul: l’accoglienza. Come lo stesso presidente Draghi ha ricordato, abbiamo il dovere di dare accoglienza “nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i “collaboratori”. Ma anche l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne”. In questo scenario, come già ribadito dall’Anci, il Comune di Andria offre la propria disponibilità a collaborare con il Governo per quanto si renda necessario al fine di garantire percorsi di integrazione pieni e duraturi per i collaboratori afgani e per le loro famiglie.

In attesa della normativa nazionale che disciplinerà termini e condizioni dell’accoglienza dei cittadini afghani prevedendo l’ampliamento della capacità di accoglienza diffusa sul territorio, con risorse mirate per l’emergenza in corso, all’interno delle risorse del nostro Comune, con la collaborazione dei nostri servizi sociali e, delle eventuali associazioni del territorio, ci candidiamo a gestire l’accoglienza dei profughi afgani che vorranno essere indirizzati sul nostro territorio. La questione afghana è di una dimensione complessa, che dovrà essere gestita solo attraverso un coordinamento a livello internazionale, ma che, proprio per questo, deve vederci, sin da subito, disponibili a mettere a disposizione le strutture comunali per contribuire alla accoglienza dei collaboratori afghani, degli attivisti e di chi è esposto al pericolo».

Cosi in una nota i consiglieri comunali del Partito Democratico Michele Di Lorenzo, Lorenzo Marchio, Giovanni Addario, Gianluca Sanguedolce, Grazia Asselta e Luigia Fortunata.