Una lenta procedura burocratica che, tuttavia, ha un nuovo tassello importante per l’approdo alla sua conclusione. Parliamo della determina dirigenziale della Provincia BAT che ha individuato un tecnico, l’Arch. Vincenzo Manzi di Biccari, incaricato di verificare il progetto preliminare oltre che redarre la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di ammodernamento e messa in sicurezza dell’Ostello “Fondazione Bonomo”. Una vicenda che si perde indietro nel tempo ma che, ora, potrà avere una nuova accelerata.

Nel 2019, la grande struttura ai piedi di Castel del Monte che nel 1978 fu donata dalla Fondazione “Ente per l’assistenza all’infanzia Lorenzo e Giacinta Bonomo” all’allora Provincia di Bari, è stata assegnataria di un cospicuo finanziamento intercettato dalla Provincia BAT. 3,3 milioni di euro nell’ambito del progetto “The Rout_Net” immaginato dalla Regione Puglia in un programma più ampio di interventi sul turismo “Interreg Grecia-Italia”. Un progetto della durata di 36 mesi che avrà un monte complessivo di finanziamento da oltre 21milioni di euro di cui 11 a carico della Regione Puglia.

Quello che era il Centro Ricerche Bonomo sarà riqualificato per esser Ostello Fondazione Bonomo con un progetto presentato a gennaio del 2019 dalla Provincia BAT con l’allora Presidente Nicola Giorgino. Ripristino funzionale, lavori infrastrutturali, allestimento della struttura per l’ospitalità, la promozione e la valorizzazione del turismo cosiddetto lento e dei cammini storico-culturali. La determina dirigenziale di ieri sblocca di fatto una procedura che aveva subito un deciso rallentamento anche a causa del Covid-19 e praticamente ferma da esattamente un anno. A fine febbraio dello scorso anno, infatti, la BAT aveva già sottoscritto il disciplinare per la realizzazione del progetto.

La speranza è che, adesso, il progetto prenda forma rapidamente e riesca nella complessa idea di fare in modo che quel luogo, ai piedi del maniero federiciano visitato ogni anno da oltre 300mila persone, possa esserci un ulteriore sviluppo dell’accoglienza turistica diversificando ulteriormente le azioni sul territorio. In quel luogo non ci sarà al momento più ricerca ma la speranza è che questo cospicuo finanziamento sia volano per una vita futura più autonoma e duratura di una struttura essenziale per la città di Andria.