L’ombra dei rifiuti nucleari si allunga sinistra sulla Murgia, a seguito della pubblicazione della mappa nazionale di aree idonee ad ospitare rifiuti nucleari, con l’indicazione di numerosi siti possibili proprio a cavallo tra Puglia a Basilicata, lungo la dorsale murgiana. Questa carta geografica dei siti potenzialmente utili sarà oggetto di osservazioni nei sessanta giorni successivi alla sua pubblicazione, ma il suo esordio inquieta non poco gli stakeholders del territorio, in particolare quelli attivi nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

«La notizia di un evento che era comunque nell’aria ci lascia sempre e comunque perplessi, – sottolinea il presidente del GAL Michelangelo de Benedittis, – perché negli anni abbiamo osservato impotenti la devastazione compiuta ed il conseguente imbarbarimento di aree naturali meravigliose. La sola eventualità della realizzazione di un sito di stivaggio di scorie ci atterrisce – prosegue – perché cade in un momento in cui l’attenzione al rilancio di questo unicum naturalistico e culturale è ai suoi massimi livelli, su un luogo dagli equilibri ancora tenui, con un grande rischio idrogeologico. La Murgia è madre, una genitrice di grande delicatezza che porta nel suo grembo centinaia di espressioni di biodiversità che vanno tutelate per il bene del destino della nostra terra. Noi tutti ci stiamo, infatti, impegnando moltissimo nel creare opportunità di rilancio turistico, soprattutto con finanziamenti in favore di privati ed enti pubblici e tante ancora ne verranno negli anni a venire. Ma immaginare una coabitazione con questo spettro sarebbe di difficile conciliazione. Spero – conclude de Benedittis – che si apra al più presto un dibattito sereno ma determinato, nel quale si ribadisca un concetto: dalla nostra terra, ferita ed umiliata da anni di abbandono e di barbarie, ogni ombra di insediamento nucleare è bene che stia lontana».