«Non perdiamo tempo. Una delle critiche che ci hanno mosso più spesso in campagna elettorale riguardava il reddito di cittadinanza. La misura che più ha caratterizzato il Movimento 5 Stelle nei suoi primi anni di governo è stata aspramente criticata nei giorni che hanno preceduto le elezioni comunali. Le critiche più intelligenti non riguardavano il sostegno ai nostri concittadini più vulnerabili, ma il loro reinserimento nel mercato del lavoro e la loro momentanea disponibilità a prestare il loro servizio alla collettività. In parole più semplici, chi prende il reddito deve lavorare». Interviene così, in una nota, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Andria, Michele Coratella.
A molti, però, mancava il quadro della situazione. Per semplificare, per metterli al lavoro serve che il Comune scriva dei progetti che prevedano il loro servizio, a fronte dei soldi che percepiscono. Nella nostra provincia, Andria è fra le poche città rimaste a non aver presentato progetti. Quei nostri concittadini non sono tantissimi, sono praticamente tutti italiani, ne ho incontrati diversi in campagna elettorale e – vi stupirà – non tutti hanno votato per il Movimento 5 Stelle, alla faccia di chi parlava di mancia elettorale. Tutti, però, mi hanno chiesto di poter dimostrare il loro valore, perché vogliono restituire con il loro lavoro anche quella dignità che pubblicamente viene messa in discussione da persone che a volte sono in difficoltà tanto quanto loro. Questa guerra fra poveri va scongiurata e vanno demolite tante chiacchiere e luoghi comuni sul reddito di cittadinanza.
Se fossi stato sindaco, una delle prime cose che avrei fatto sarebbe stato proprio questo provvedimento: mettere al lavoro queste persone, perché è la cosa più semplice da fare. Non ho vinto le elezioni, ma non voglio restare con le mie belle idee in tasca e vedere come vanno gli altri. Metterò a disposizione del sindaco Bruno le idee e le proposte che il mio gruppo ha elaborato in questi mesi. Con due linee di intervento e priorità: educazione ambientale e supporto e assistenza all’istituzione comunale.
Servono però due ingredienti per completare questa ricetta: un rapporto più costruttivo fra il centro per l’impiego e l’amministrazione comunale e un assessore ai servizi sociali con cui dialogare. Non perdiamo altro tempo».