«I frutti amari che stiamo man mano vedendo e che ci raggiungono dal nostro Comune sono frutto di azioni e scelte fatte nel corso della precedente amministrazione. Questo tempo di amministrazione commissariale ha permesso ulteriormente la conoscenza dei frutti non buoni dell’azione amministrativa attuata dall’ex sindaco, coadiuvato dalla sua maggioranza. Ed ecco, ieri 7 maggio, due provvedimenti del commissario Tufariello balzano all’occhio “Recesso del Comune di Andria dall’Unione dei comuni ARO 2 BT …” in riferimento alla gestione dei rifiuti e l’“Atto di indirizzo per la gestione del servizio di asilo nido comunale a partire dall’A.S. 2020/21”». Interviene così, in una nota, Daniela Di Bari, ex consigliera comunale (Lista Emiliano) di Andria.

«Il primo mette in luce, con dettagliate motivazioni, una improvvida gestione e la evidente difficoltà sperimentata dal commissario nel dialogo con gli organi dell’ARO2 BT, difficoltà sperimentate personalmente nell’azione di approfondimento su questioni che a mio parere alimentavano grandi zone d’ombra nella gestione del Piano Economico Finanziario che ha comportato, nei diversi anni, cospicui aumenti delle tariffe TARI.

La delibera n. 22 del 7 maggio riporta che la “… decisione di recedere dall’Unione appare non ulteriormente rinviabile non solo in relazione al più volte lamentato disallineamento contabile verificatosi negli anni tra le scritture dell’Unione e quelle del Comune, circostanza, che comporterà un appesantimento corposo del piano economico finanziario relativo alla gestione del ciclo dei rifiuti con inevitabili ma ingiuste ripercussioni sui contribuenti …”,
Proprio l’ingiustizia è uno dei cattivi frutti che riscontriamo dall’albero storto della passata amministrazione, e paradossalmente i contribuenti che hanno assolto ai propri doveri saranno a breve, con l’approvazione delle prossime tariffe e del bilancio di previsione, sobbarcati di ulteriori e già dichiarati ingiusti consistenti aumenti della TARI. Questa ingiustizia, frutto di scelte sbagliate e di spericolate alchimie contabili, sarà un ulteriore duro colpo per le famiglie e le imprese in un tempo durissimo che ci vede tutti impegnati ad affrontare l’emergenza COVID-19, molti non riusciranno a reggerla.

Un’altra ingiustizia, frutto della scelta di non alimentare e curare negli anni l’albero dell’asilo nido comunale con la ricerca di risorse, la rimodulazione graduale delle tariffe, la verifica dell’intera struttura affinché risultassero utilizzabili tutti gli spazi, è l’atto di indirizzo per la dismissione della struttura organizzativa per l’erogazione del servizio pubblico dell’asilo nido, il provvedimento commissariale stabilisce che “per l’a.s. 2020/21 non si procederà alla gestione diretta del Servizio di Asilo Nido Comunale” e dispone “l’affidamento in concessione della gestione del Servizio di Asilo Nido Comunale per la durata di cinque anni scolastici a partire dall’anno scolastico 2021/2022.”

Per un anno, quindi, il Comune di Andria resterebbe senza servizio di Asilo Nido Comunale con l’incertezza di portare a compimento l’affidamento stante le ultime esperienze che il nostro comune ha avuto con altri beni e rischiando di generare un ennesimo bene comune abbandonato. Questa azione, giunta a seguito di un piano di riequilibrio approvato dall’amministrazione precedente, stride con quanto questo tempo di crisi ci ha fatto riconoscere rispetto all’importanza piena del servizio pubblico e la sua funzione proattiva nell’affrontare le sfide e mantenere vivo il “per tutti”.

Assistiamo, invece, alla scelta di rinunciare ad un servizio interno fiore all’occhiello nella proposta educativa e formativa del territorio, vicina alle fragilità. Anche sull’asilo nido comunale sono state condotte azioni di approfondimento e di chiarimento che hanno fatto emergere, tra le altre, la non fruibilità degli spazi al piano superiore e degli spazi aperti, fondamentali per l’esperienza formativa dei bambini. La mancata visione, negli anni, della fondamentale funzione sociale di tali strutture non ha consentito di poter prevedere ulteriori sviluppi e la possibilità di poter accedere a fonti di finanziamento per progredire nella sostenibilità. Questa non può e non deve essere solo verificata sul piano economico, ma va verificata anche su scelte volte a sperimentare che c’è un ritorno, senza misura, sul piano umano, della civiltà, sul piano educativo e sociale della comunità, sul bene comune.
Quali altri tagli drastici di alto valore sociale subiremo per tenere in piedi questo piano di riequilibrio? Auspichiamo un forte segno di discontinuità affinché questi frutti marci cadano al più presto per dare al nostro comune nuovi germogli di speranza».