«Si è tenuta dal 4 al 7 Maggio scorso la Giornata Diocesana della Gioventù, seppur in forma completamente nuova e diversa a causa dei limiti e delle restrizioni posti dall’emergenza sanitaria che ormai stiamo vivendo da mesi. L’iniziativa è stata pensata proprio dalla Pastorale giovanile della nostra Diocesi con la collaborazione del Servizio della pastorale vocazionale seguendo proprio ciò che  è emerso  nel documento finale dopo il Sinodo dei giovani dal titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”,  “… Fin dall’inizio del cammino sinodale è emerso con forza la necessità di qualificare vocazionalmente la pastorale giovanile, […] è vocazionale, perché la giovinezza è la stagione privilegiata delle scelte di vita e della risposta alla chiamata di Dio. […] Dio chiama a tutte le età della vita, ma la giovinezza è il momento privilegiato dell’ascolto, della disponibilità e dell’accoglienza della volontà di Dio”». Scrive così, in una nota, Roberta Sgaramella, giovane ragazza andriese che ha preso parte alla Giornata Diocesana della Gioventù e che ha voluto raccontare quanto vissuto.

«A causa delle restrizioni da Covid-19 non è stato possibile celebrare tutti insieme questa giornata diocesana ed è  proprio per questo che si è deciso di restare vicini ai giovani e di giungere nelle loro case  tramite i mezzi più comuni quali  social e tv, sul canale Teledehon trasmettendo  una serie di incontri-testimonianze di giovani e ospiti quali Angela Mammana, Cristina Ratto, Pasquale di Molfetta e Arturo Mariani, guidati dalle parole di Papa Francesco: “Giovane, dico a te, ALZATI!”, un monito di speranza in questo momento difficile rivolto proprio ai giovani che da un giorno all’ altro hanno visto quella che  era la  loro normalità svanire;  è da qui che è nata anche l’iniziativa STAND APP, FATTI SENTIRE in cui  i giovani della nostra diocesi hanno scattato  un selfie con l’ hashtag “FATTI SENTIRE”,  un modo per essere presenti anche se  virtualmente durante la veglia finale presieduta dal Vescovo Luigi Mansi nel santuario del Santissimo Salvatore di Andria.

Gli appuntamenti si sono così svolti: una prima serata dedicata al rapporto del giovane con il dolore e la sofferenza in cui ci si è soffermati sull’importanza del vivere e non del lasciarsi vivere accompagnati dalla testimonianza della dottoressa Angela Mammana, che ci ha aiutato a comprendere come le fragilità, i punti di debolezza che spaventano noi giovani in realtà possono diventare dei punti da cui ripartire e da cui imparare qualcosa; continuando poi con il tema dell’educazione in primis da parte delle famiglie, che in questo momento sono delle piccole chiese domestiche, guidati  dalla testimonianza vocazionale del dott. Pasquale di Molfetta e della dott.ssa Cristina Ratto, in questo momento in prima linea per combattere questo nemico invisibile rispettivamente negli ospedali di Lecce e Tortona. I due medici hanno messo in evidenza l’aspetto importante della vicinanza al paziente, dell’accompagnarlo prendendosi cura di lui con delicatezza proprio come gli educatori fanno con i loro giovani; per concludere poi con la grande testimonianza di vita di Arturo Mariani, calciatore della Nazionale italiana Amputati, il quale ci ha raccontato d’aver sempre affrontato la vita, ma in particolare le difficoltà, con il sorriso e la forza che la mamma e il papà gli hanno donato fin da piccolo per fargli comprendere che nonostante tutto la vita è un dono e va vissuta così com’è.

A termine di questa settimana ricca  di incontri dedicati a noi  giovani ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati per questa iniziativa.

Che questo periodo delicato possa essere per noi  una opportunità per fermarci un attimo e fare il punto della situazione della nostra vita,  liberandoci dalle catene che non ci permettono di assaporare pienamente  la libertà e la bellezza del vivere imparando a cogliere la meraviglia di una giornata all’aria aperta, di una semplice, ma non banale chiacchierata tra amici e soprattutto  la bellezza dello stare in famiglia, certi che presto ritorneremo a FAR RUMORE nella nostra città, nelle nostre comunità parrocchiali, facendo emergere e proponendo i nostri sogni e le nostre passioni perché il mondo e la Chiesa hanno veramente bisogno di noi giovani, piccole pianticelle di Dio».