«Alla fine, la montagna ha partorito il più tenero e indifeso dei topolini. Solo che a pagare il conto potrebbero essere ancora una volta gli operatori commerciali della città». Interviene così, in una nota, la Segreteria cittadina di Direzione Italia Andria.

«Dunque, sul Regolamento per i dehors (le installazioni esterne che consentono a bar, ristoranti e altri locali di ritrovo di “allargare” la propria superficie operativa) il Commissario Prefettizio ha ordinato «macchine indietro tutta».

Cioè: le norme fatte approvare dal Consiglio Comunale a gennaio scorso da un assessore travestito da sceriffo sono farlocche perché – in sostanza – escludevano la Sovrintendenza ai Beni Artistici dalla concertazione per il cosiddetto “Ambito 3” (per i non addetti ai lavori: corso Cavour!).

Oggi siamo profondamente preoccupati per quello che potrebbe accadere dopo le determinazioni che il Commissario Tufariello ha adottato nel merito.

Di certo, siccome il tempo è davvero e sempre galantuomo, il “ritorno al passato” annunciato dall’attuale Capo dell’Amministrazione mette un punto fermo riguardo all’operazione che l’avvocato Maria Teresa Forlano, nella sua veste di Assessore alle Attività Produttive in rappresentanza di Direzione Italia, aveva quasi portato a compimento prima di essere defenestrata dall’ex Sindaco per soddisfare inconfessabili ma palesi manovre di Palazzo.

Il lavoro condotto dall’ex assessore Forlano andava proprio nella direzione di coinvolgere, secondo schemi concordati, la Sovrintendenza nell’iter per il rilascio delle concessioni per dehors nell’Ambito 3. Una operazione che non si è potuta concludere in tempi più celeri a causa dell’alternanza di interlocutori proprio alla Sovrintendenza, ma che – sia pure in maniera informale – aveva già il “via libera” dell’Ente.

Ancora qualche settimana e, con l’insediamento del nuovo funzionario di riferimento, quel Regolamento targato Forlano avrebbe visto il semaforo verde della Sovrintendenza e sarebbe approdato in Consiglio comunale. Tutti, oggi, avrebbero dormito sonni tranquilli, sapendo di operare con regole chiare e certe.

Ma l’ex Sindaco aveva deciso di bollare come “incapaci” i suoi collaboratori, azzerando la compagine di governo e riproponendone una praticamente identica negli interpreti, salvo attivare la quadriglia in Sala Giunta per mischiare le deleghe e affidare le Attività Produttive (e altre competenze) a qualcuno che mostrasse i muscoli e facesse la faccia feroce a chiunque avesse un’opinione diversa dalla sua, Sovrintendenza compresa.

E’ così saltato il patto di leale collaborazione tra Istituzioni dello Stato e dall’atto di forza è scaturito quello che oggi si è dimostrato essere un Regolamento “farlocco”, cioè carta straccia.

Il problema è che nel frattempo la stagione estiva è prepotentemente entrata nel vivo e gli operatori commerciali sono costretti a sfogliare la margherita: «Avrò o non avrò l’autorizzazione per il mio dehor?».

Intanto i giorni passano, la canicola è feroce e gli esercenti, meditano un ricorso al Tar e presto potrebbero dover fare i conti con i danni prodotti da una sciagura durata pochi mesi, ma più devastante di una grandinata su un oliveto in fiore.

E’ evidente che il Commissario, non dovendo dare conto a un elettorato e rappresentando in tutto e per tutto lo Stato, si limita nei suoi atti al rispetto pedissequo della legge. Quando gli stessi indirizzi vengono indicati dalla politica, come era accaduto per l’operato dell’ex Assessore Forlano, può ben parlarsi di “buona politica” e “buon governo”».