«Il 17 aprile scorso è dolorosamente calato il sipario su una bella storia politica che ha origine nel lontano anno 2000, quando il centrodestra riuscì a contendere fino all’ultimo voto i successi del centrosinistra in
diverse competizioni elettorali. La prima affermazione del 2010, clamorosa nelle proporzioni, fu la logica
conseguenza di quanto era stato saggiamente seminato da ciascun attore del centrodestra negli anni precedenti. La riconferma del quadro politico, nel 2015, rappresentò il giusto riconoscimento a una coalizione (all’intera coalizione!) e, in particolare, al nostro partito che allora cominciava a muovere i primi passi nel panorama nazionale e si affermò ad Andria come terza forza della coalizione con oltre 3500 preferenze. Anticipando profeticamente gli eventi attuali, Direzione Italia ha più volte sollevato obiezioni sull’azione amministrativa e sollecitato con decisione un cambio di rotta durante questo travagliato secondo mandato e per questo ha pagato un prezzo salatissimo: l’emarginazione prima, la
graduale scomparsa dal Consiglio Comunale poi». Interviene così, in una nota, Direzione Italia con le firme di Maria Teresa Forlano, coordinatrice ad Andria, e l’On. Benedetto Fucci, coordinatore Provinciale.

«Oggi, di certo va riconosciuto al gruppo consiliare di Forza Italia di aver esercitato un atto di grande coraggio politico. Ma a chi, oggi, utilizza in maniera inopportuna e sgradevole il termine “tradimento” rivolgiamo qualche semplice domanda: chi ha operato in modo da emarginare le forze politiche dai processi decisionali e, in particolare, il terzo partito della compagine? Chi ha imposto al nostro partito l’allontanamento di due consiglieri comunali perché manifestavano dubbi su alcuni provvedimenti? Chi ha poi deciso che quegli stessi consiglieri diventassero addirittura assessori? Chi ha nascosto la verità
sui conti del Comune, pur mantenendo ad interim per lungo tempo la delega al Bilancio? Chi ha “manovrato” i ricollocamenti di consiglieri comunali per consentire la nascita di nuovi gruppi di maggioranza o rimpinguare la rappresentanza di altri? Chi ha giocato al “Risiko”, facendo e disfacendo Giunte e mortificando la professionalità e la dignità delle persone? Chi ha tramato per consentire di riproporsi a personaggi fuori dai giochi?

L’epilogo del 17 aprile scorso, dunque, rimane doloroso, ma – a questo punto – necessario. Sia per le ragioni che abbiamo già esposto (riguardanti il nostro partito in maniera diretta e le altre forze della coalizione), sia per tutto quello che è sotto gli occhi della cittadinanza. Pensiamo alle “grandi incompiute”: opere presentate alla compagine di governo e alla comunità come sicuri fiori all’occhiello e che, a posteriori, appaiono clamorosi flop. Per esempio: la pista di pattinaggio, il Centro Fornaci, l’ex Mattatoio, il Pru di San Valentino, il Mercatino nello stesso quartiere. Aggiungiamoci gli investimenti mai programmati per una profonda azione di maquillage delle strade ormai disastrate. Nel frattempo, tutte le aliquote relative a imposte e tributi salivano alla soglia massima prevista dalla legge, si azzeravano alcuni importanti servizi
alla persona (dalla Mensa scolastica all’assistenza specialistica), non si erogavano i contributi – dovuti per convenzione – alle cooperative sociali e, infine, non si dava alcun seguito agli impegni formalmente delegati dal Consiglio Comunale per la riduzione del numero degli assessori e degli emolumenti del Sindaco, degli stessi Assessori e dei Consiglieri. Clamorosa anche la vicenda relativa alla “bretella” della Tangenziale: il fallimento della capacità di indirizzo e di sorveglianza della politica rispetto alla burocrazia. Uno scempio che solo momentaneamente è stato fermato, ma solo grazie alla sollevazione di ampi strati della società civile e di alcuni avveduti esponenti politici.

Nonostante tutto, Direzione Italia, ribadendo con forza la propria collocazione nel centrodestra, esprime la profonda convinzione che la coalizione, ad Andria, possa ancora recitare un ruolo di primissimo piano
e perfino riproporsi come coalizione di governo. Ma dovrà essere capace di rinnovarsi, ricreare l’entusiasmo, recuperare credibilità, ritrovare la collegialità e la condivisione, attuare il confronto, anteporre le esigenze della città a quelle del singolo. Confermiamo, pertanto, la totale apertura a ogni possibilità di dialogo, a condizione che affidabilità, senso civico e spessore umano, etico, morale e politico degli interpreti vengano anteposti ai simboli e che alla base ci sia la volontà comune di una netta discontinuità con l’ormai recente passato. Un bagno di umiltà non ha mai fatto male a nessuno e magari servirà a
lavare quell’arroganza politica che ha così pesantemente dilaniato il centrodestra andriese».