L’Italia è stata condannata in via ufficiale dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per il non rispetto della direttiva sulle discariche di rifiuti. Dopo la lettera di diffida della Commissione del 2012, che contestava la presenza di ben 102 discariche operanti in violazione delle norme europee approvate nel 1999, è arrivata ieri la decisione dei giudici. L’Italia, in sostanza, non ha rispettato le norme per 44 discariche. La Corte ha constatato che il termine per l’adempimento, fissato al 19 ottobre 2015, non è stato rispettato ed anzi, a quella data, l’Italia non ha adottato neanche i provvedimenti necessari per rendere conformi alla direttiva le 44 discariche in infrazione.

In particolare, la Corte ha rilevato che 31 discariche non erano ancora state chiuse mentre per altre 7 siti, comprese le due di Andria (D’Oria G. & C. e F.lli Acquaviva) e quella di Trani (Bat-Igea Srl) nella Provincia di Barletta Andria Trani, i lavori per la messa in conformità sono stati completati nel corso del 2017 e del 2018, ovvero in ritardo. Per le restanti sei discariche, compresa quella di Potenza, i giudici ritengono che il governo italiano non abbia mai trasmesso alla Commissione le prove della messa in conformità, avvenuta, in ogni caso, dopo la scadenza del 19 ottobre 2015. Tra le discariche sotto la lente d’ingrandimento della Corte Europea e che presentano ancora criticità, ci sono anche Bisceglie (CO.GE.SER) e la Co.Be.Ma. di Canosa di Puglia.