«Ricordatevi questi numeri: 47 milioni di euro; 11 milioni di euro. La prima cifra si riferisce a mutui con la Cassa Depositi e Prestiti contratti in soli tre anni, dal 2005 al 2008, da estinguere in un tempo che va dai 20 ai 30 anni. Il Sindaco non era Giorgino e i due assessori che si alternarono in quell’arco di tempo sono gli stessi che oggi fanno le cassandre e pontificano di “cattiva gestione”, uno dai banchi dell’opposizione e l’altro confuso tra il pubblico durante i lavori del Consiglio comunale. La seconda cifra, invece, è l’ammontare complessivo dei mutui contratti in 8 anni dalle due amministrazioni guidate da Nicola Giorgino e sostenute dal centrodestra per realizzare opere di primaria importanza per lo sviluppo della città (per esempio, Primo e Secondo stralcio Pru San Valentino, piazza SS. Trinità, via De Ceglie, Sant’Angelo dei Ricchi, Primo stralcio Area mercatale via Bisceglie, Riqualificazione piazza Duomo, Biblioteca comunale)». Interviene così, in una nota, il gruppo consiliare Andria in Movimento.

«Lo squilibrio – si legge – appare in tutta la sua evidenza e sbugiarda in maniera clamorosa le opposizioni, che da alcune settimane, sui social e a mezzo stampa, si lanciano in previsioni che – come vedremo – sono quantomeno azzardate. Prevalgono gli interessi di tipo propagandistico-elettorale che portano le opposizioni a fare addirittura il tifo contro gli interessi della città e dei suoi abitanti.

Invero, il punto di partenza è quello già raccontato dal Sindaco Giorgino in Consiglio comunale: al momento dell’insediamento, nel 2010, in cassa c’erano poco più di 44 mila euro e incombeva la liquidazione di utenze arretrate e non pagate per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di euro.

Ovvio e necessario il primo ricorso a un’anticipazione di Tesoreria, che ha fatto cominciare il percorso amministrativo decisamente in salita.

Dal 2010 a tutt’oggi, le amministrazioni di centrodestra hanno dovuto far fronte al pagamento di oltre 30 milioni di debiti fuori bilancio.

Per agevolare la comprensione dei cittadini, facciamo un paio di esempi: nel corso di questi 8 anni, il Comune di Andria è stato costretto da sentenze giudiziarie a liquidare quasi 6 milioni di euro per la rivalutazione dei costi per gli espropri delle aree in zona Pip risalenti al 1998; e ancora: quasi 4 milioni per gli espropri del Pru di San Valentino risalenti agli anni fra il 2004 e il 2006; e poi: poco più di due milioni per un ricorso vinto dalla società che aveva costruito i nuovi edifici scolastici alla fine degli anni ’80!

Sarebbero questi i «debiti accumulati dall’amministrazione Giorgino» e gli sperperi di cui blaterano gli abili mestatori nel torbido delle opposizioni?

Oggi il Comune di Andria presenta tutte le condizioni oggettive per ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e destano non pochi sospetti le ultime dichiarazioni dei due ex assessori al bilancio, che adombrano una decisione già scritta da parte della Corte dei Conti e del Ministero dell’Economia. Se è una boutade di tipo politico, la rispediamo al mittente senza alcuna esitazione; viceversa, se si tratta di “spifferi” in arrivo dai palazzi romani, auspichiamo e chiederemo un intervento delle autorità competenti per fare chiarezza».