«Atteso che il Piano di Riordino Ospedaliero su base Regionale è stato bocciato perché ritenuto, secondo il Governo, incompleto, debole e poco credibile, vorrei porre l’attenzione su questioni legate al territorio della BAT». Con queste parole il referente dei Verdi di Andria Cesareo Troia commenta la riorganizzazione ospedaliera dell’Asl Bt.

«E’ pur vero che in linea di principio concordo con l’amico nonché Consigliere Regionale Sabino Zinni, sulla necessità di non assumere atteggiamenti campanilistici che spesso permeano il dibattito politico, tuttavia, la stessa non può essere ricondotta ai soli andriesi che per giunta si vedono sottratte alcune Unità Ospedaliere senza un adeguato contro-bilanciamento dei servizi sanitari, magari territoriali. Il campanilismo, o vale per tutti o non vale per nessuno.
Ma proprio per questo, e fuori da ogni campanilismo, è bene precisare che tutte le manovre di riassetto sanitario devono essere effettuate nell’interesse di tutti i cittadini e nell’ottica del risparmio e mai a sostegno di taluni piuttosto che di altri. Volendo precisare alcuni aspetti, le assunzioni a cui si faceva riferimento riguarderanno l’intera BAT e non solo Andria. E’ inaccettabile, a mio giudizio, per il territorio, porre sullo stesso binario il futuro con il presente, cioè il nuovo Ospedale da costruire e i livelli essenziali di assistenza certi. Un Ospedale che non sapremo mai quanto tempo avrà bisogno per nascere e cosa conterrà. Tra l’altro, la Sanità, non può essere ricondotta ad un calcolo meramente ragionieristico. A titolo esemplificativo, ritengo, che non è assolutamente ipotizzabile avere una unità di Neurochirurgia ad Andria e la Stroke-unit-Neurologia a Barletta considerando che individuare tempestivamente la causa ed intervenire in tempi rapidi, a seconda del processo in atto, comporta il salvare la vita umana. Occorre ricordare che “the time is Brain” (il tempo è cervello) e questo principio, riguarda soprattutto i pazienti colpiti da Ictus di origine ischemica o emorragica, che in Italia, rappresenta la terza causa di morte. Sarebbe opportuno, in un quadro di riequilibrio assistenziale che Andria diventi nell’immediato centro di urgenza ed emergenza qualificato, oltre a rinforzare la rete ambulatoriale dell’assistenza territoriale, come si sta facendo a Bisceglie, che ha ottenuto una vigorosa rimodulazione Ospedaliera e Distrettuale con la costruzione di nuovi edifici. Proprio per evitare campanilismi e in un quadro di efficienza vorrei provare ad avanzare una ipotesi di razionalizzazione che permetterebbe di abbattere ogni forma di campanilismo e ad ottenere un copioso risparmio di circa il 20% della spesa sanitaria.
Sarebbe opportuno che si costruisse un nuovo e grande ospedale a servizio dell’intera provincia, fuori dai centri abitati ma equidistante da Trani, Barletta ed Andria, facilmente raggiungibile, in modo da garantire maggior professionalità e adeguati servizi, abbattendo le liste d’attesa e fornendo livelli assistenziali adeguati. E’ dall’ottenimento della sede provvisoria della VI provincia, ottenuta con il mio impegno insieme a quello di altri, che Andria è stata oggetto di continue vessazioni politiche. Rammento che subito dopo le elezioni, confermando Andria sede legale, la maggior parte degli uffici provinciali furono trasferiti in strutture private presso le città di Barletta e Trani, senza un vero motivo. Se, apparentemente, con la presenza di circa 250 dipendenti poteva avere un senso, oggi appare del tutto incomprensibile che le ormai restanti ottanta persone non possono tornare ad occupare la sede originaria, con un risparmio dei fitti che sono ad appannaggio dei privati. Del resto si sa, su queste scelte prevale la logica Politica degli equilibri, fatta di poltrone ed interessi. Andria non ha mai avanzato pretese irriguardose e accentramenti di poteri, chiede di essere trattata alla stessa stregua delle altre città, con la dignità che merita».