«Anche il gruppo Consiliare Noi con Salvini ha dato il suo contributo in Consiglio Comunale ad approvare, su proposta dei gruppi consigliari di maggioranza e all’unanimità dei Consiglieri presenti, compresa la minoranza, la Mozione Urgente contro la famigerata “Direttiva C.E. n. 123/2006”, meglio conosciuta come Direttiva Bolkestein, che introducendo un nuovo regolamento per i servizi nel mercato europeo comune mette in discussione le certezze acquisite sulla garanzia di mantenere le postazioni nei mercati su suolo pubblico di migliaia di operatori del commercio sul suolo andriese, regionale e nazionale». Questo è quanto si legge in una nota dei consiglieri comunali di Noi con Salvini, Benedetto Miscioscia e Stefania Alita, alla luce dell’approvazione del consiglio di dichiarare Andria come “No Bolkestein”.

«Una mozione – continuano Benedetto Miscioscia e Stefania Alita – che ha impegnato rispettivamente il nostro leader nazionale Matteo Salvini a farsi promotore presso il Governo nazionale, per la modifica del contenuto normativo del D.L.gs 59/2010, che individua diversi criteri di assegnazione delle autorizzazioni al commercio su suolo pubblico, alla luce delle peculiarità e delle esigenze del tessuto economico del nostro Paese.

La Direttiva Bolkestein, vide la luce già nel 2004 quando Presidente della Commissione Europea, guarda caso, era Romano Prodi e successivamente venne approvata ed emanata nell’anno 2006. La cosa paradossale è che secondo i promotori questa direttiva faciliterebbe la circolazione di servizi all’interno dell’UE e la liberalizzazione dei posteggi; una spiegazione che secondo alcuni economisti filo-europeisti, dovrebbe aumentare l’occupazione ed il PIL dell’UE, generando competitività e dinamismo in Europa per rispettare i criteri della strategia di Lisbona. Strategia riguardante il programma di riforme economiche approvato nell’anno 2000 a Lisbona, dai Capi di Stato e di Governo dell’UE e, dunque, anche da quello italiano che all’epoca era presieduto da Giuliano Amato, lo stesso che nel 1992 ha sulla coscienza diverse sciagurate decisioni per il Paese, ad iniziare dallo scippo del 12% dai nostri conti correnti oltre alla sottoscrizione del trattato di Maastricht entrato in vigore il 10/11/2003, che di fatto fissò le regole cardini politiche e i relativi parametri economici necessari per l’ingresso de vari stati aderendo all’UE.

In definitiva nel 2004 il trattato tracciò la strada verso l’Unione Europea a livello monetario, al quale non ha mai aderito la Gran Bretagna. Insomma un’Unione Europea già azzoppata che sta generando, di conseguenza, un minus rispetto alla storia e alle tradizioni della nostra terra, con  il nostro Governo che rimane indifferente di fronte al resto dei Paesi Europei, dimenticandosi che solo ad Andria operano oltre duemila ambulanti, mentre a livello nazionale sono oltre 200 mila gli italiani, garantendo un livello occupazionale, pari a oltre 400 mila posti di lavoro e, dunque, un livello di professionalità e di investimenti  incomparabile che rischia di pregiudicare il sacro santo diritto acquisito per esercitare con non pochi sacrifici, l’attività commerciale e che meritano quell’attenzione che il Governo ha dimostrato di non avere».