Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia ha voluto inviare alla nostra redazione una poesia dedicata al tragico incidente ferrotranviario della tratta Andria – Corato, avvenuta lo scorso martedì 12 luglio. Nel suo scritto Di Nunno esprime tutto il dolore e l’incredulità legati alla vicenda.

 

Binario morto di Puglia

 

Stridevano le cicale d’estate

sugli ulivi secolari di Puglia,

in questa amara terra del Sud,

in questo amore terra operosa.

 

Una strada ferrata e arroventata,

solitaria, dimenticata, senza contatti

sotto lo sguardo vigile satellitare,

portava a casa, portava al lavoro,

portava gioia, vita e famiglie….

invece incredula portava alla morte,

dalla terra in Paradiso senza sorriso.

 

Sento ancora l’eco di una voce:

“ho preso il treno per tornare da te,

  ho preso il treno per  perdere te”

e così due treni come bisonti impazziti,

accecati si scontrano, si schiantano,

trafitti di sangue come schegge

che nei campi uccidono il contadino,

testimone vivente del tragico addio

che ha spezzato la speranza degli ulivi.

 

“Chi mi separerà…!”

canta il Palazzetto di Andria

con l’onore del Presidente presente

che in silenzio fa un treno cosciente,

pieno di onore e di dolore italiano.

 

Piango, piansi alle parole del Vescovo Mansi.

Il Vescovo nell’omelia ripercorre quella via

e leva le parole dignitose sull’economia,

quando perde il valore  della vita delle persone,

tra interessi,  indifferenze e inadempienze

nel dovere verso i diritti delle persone.

Queste terre,  le nostre terre,

trattate come periferia dell’Italia.

Poi il Vescovo prega, benedice

e un segno di croce di acqua santa

disseta il Signore che ha sete sulla Croce

e affida le anime all’Eterno, a Dio Padre.

 

Col Tricolore d’Italia il Sindaco Giorgino

invoca le parole maestre di Sant’Agostino:

“la speranza ha due figli, lo sdegno e il coraggio.

Lo sdegno per la realtà delle cose,

il coraggio di cambiarle”.

 

È il giorno della Vergine del Carmelo

affidiamo le vostre anime al cielo.

 

Addio quaggiù ulivi di Puglia

che fate da corona verde lassù,

Addio, binario morto!

In cielo Cristo è Risorto!