Riflettere, condividere, ricordare. Tutto in nome della giovanissima Rosa recentemente scomparsa all’età di 14 anni a causa di un improvviso malore nei giorni delle festività natalizie. Una morte che ha gettato nello sconforto una intera comunità ma dal seme della disperazione è nata una storia di sconfinato amore e dono. I genitori della piccola Rosa, Domenico e Giovanna hanno dato il consenso alla donazione degli organi che ha permesso di salvare numerose giovanissime altre vite. Dal dono è nato poi altro dono in una catena di solidarietà messa in moto nel nome della piccola Rosa. La sua famiglia ha fortemente voluto che ci potessero essere delle donazioni in favore del Calcit di Andria per consentire di aiutare i malati oncologici come già fatto dall’associazione in questi 40 anni. E ieri sera nella sede di via Taranto c’è stato un momento di ricordo con il Calcit, alla presenza anche del Sindaco Giovanna Bruno, che ha voluto ringraziare i familiari di Rosa in una cerimonia sobria nella quale però è emerso dirompente il segno tangibile lasciato nonostante il suo breve percorso in terra.

«Stasera abbiamo vissuto una esperienza molto intensa da un punto di vista umano – ha detto Don Sergio Di Nanni Assistente Spirituale del Calcit di Andria – mi ha colpito molto il racconto che ne hanno fatto le amiche. Già sapevo che Rosa fosse una ragazza con delle doti straordinarie. Lo abbiamo percepito ed appreso dal loro racconto così dettagliato, in un racconto così coinvolgente. Sono state capaci di farcela percepire presente, con noi. Questa sera ho toccato con mano come accanto alla tristezza inevitabile del distacco ci sia tanta vita, tanto dono, e soprattutto ci sia stato il messaggio che quando qualcosa viene donato si moltiplica. Credo che questa sia stata davvero una esperienza molto forte e molto bella».

Di Rosa, come spiegato ieri nel corso della serata con tanti sorrisi ma anche tante lacrime, resta la sua delicatezza d’animo espressa soprattutto nella vena artistica per cui impegnava parte delle sue giornate di ragazza adolescente. Libri, violino, sogni ed un futuro che dovrà essere scritto da chi resta nel nome della piccola Rosa.

«Noi abbiamo una parola che è una parola di speranza – ha ricordato ancora Don Sergio Di Nanni – Ho invitato tutti a considerare e a ritenere Rosa presente, viva. E’ un passaggio difficile, vero, quando tutto quello che è materiale come anche la vivacità di una ragazza giovane come lei, viene meno. Però io credo che il passaggio sia doveroso farlo. Il passaggio da una presenza fisica ad una presenza diversa che non siamo noi a generare con la nostra memoria. La nostra fede ci dice che lei è realmente presente. Io credo che questa sia una chiave bella per poterla percepire e l’ho visto dai racconti delle sue amiche di sempre questa cosa ci ha riempito molto il cuore e ci ha fatto commuovere. Credo – ha concluso Don Sergio Di Nanni – sia il valore aggiunto a quel gesto che i genitori hanno fatto in favore di altre famiglie che hanno potuto far rivivere i propri figli con la donazione degli organi e dei tessuti».