«Credo che sia tempo di riflettere. Il funerale che si è celebrato a Padova per Giulia Cecchettin ci dice, come ha detto anche il papà di Giulia nel discorso finale, che dobbiamo tornare a educare, dobbiamo tornare a educare nel profondo della nostra vita famigliare». Lo ha detto l’arcivescovo di Bari e Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, a margine delle celebrazioni per San Nicola.

Rispondendo a una domanda sulla necessità di pace a causa dei conflitti in corso, Satriano ha spiegato che «dobbiamo dichiarare la nostra avversione alla guerra ma l’avversione alla guerra si costruisce nei piccoli passi dei nostri vissuti quotidiani sapendo rinunciare a logiche di possesso, a logiche consumistiche, a quella logica dello scarto che svaluta la vita e la dignità degli altri, oppure ce la fa vedere come una realtà di conquista sulla quale esercitare tutto il potere della nostra vita. Ma così non è. La dignità dell’altro è un valore sacro, è una terra sacra che – ha aggiunto- dobbiamo saper solcare a piedi nudi e con grande attenzione e amore. Tutti siamo chiamati a un atteggiamento di profonda revisione dei nostri stili di vita, del nostro modo di incontrare l’altro», ha proseguito l’arcivescovo.

«Problemi come quello vissuto da Giulia e dalla donna di Andria che è stata uccisa dal proprio marito, erano già presenti anche nel passato ma ora stanno diventando in maniera esponenziale devastanti e questo è un allarme rosso che non possiamo disattendere», ha dichiarato Satriano. «Opportune sono queste manifestazioni come chiare e luminose sono state le parole del papà di Giulia. Credo comunque che sia importante tornare ad innamorarci della nostra vita e della vita di chi ci vive accanto».