Una lunga udienza di controrepliche nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Trani dove è in corso di svolgimento il processo sulla tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016. Una udienza che sarebbe dovuta esser molto breve nelle premesse per consentire al collegio giudicante di riunirsi ed emettere sentenza già nella giornata di oggi. Ma l’introduzione con diverse precisazioni del Procuratore di Trani Renato Nitti e le arringhe molto articolate dei pubblici ministeri Catalano e Pesce hanno inevitabilmente allungato i tempi con il successivo spazio per le parti civili e quello delle difese degli imputati. «Insopportabile che siano morte 23 persone per risparmiare circa 600mila euro» ha concluso l’accusa che ha voluto rimarcare nuovamente alcuni punti cardine di un processo durato ormai 4 anni e con oltre 100 teste ascoltati.

La pubblica accusa ha confermato le conclusioni di ottobre scorso e dunque ha confermato le richieste di condanna da 12 a 6 anni di carcere per 15 imputati fisici tra vertici e dipendenti di Ferrotramviaria e dirigenti del ministero oltre ad una assoluzione e la condanna della società che gestisce la tratta con la revoca delle autorizzazioni alla circolazione per un anno completate da sanzioni e confisca per quasi 2 milioni di euro. Nel corso della mattinata si è parlato tanto di sicurezza sul lavoro e sicurezza ferroviaria ma anche di sentenza sulla tragedia ferroviaria di Viareggio e metodologie di approccio ad una materia davvero complessa. Tra le altre cose si è anche parlato di rischio di prescrizione per alcuni reati nel caso in cui la corte decidesse per l’esclusione di alcune aggravanti nell’approccio alla sentenza per cui resta comunque molto alta l’attesa. In aula presente anche uno degli imputati e cioè il Conte Enrico Maria Pasquini già presidente di Ferrotramviaria sino al 2013 oltre a tanti parenti delle 23 vittime.