Dalle mura del Roxy Bar, storica pasticceria andriese al Sudtirol. È la storia di Daniele Salice, 19enne andriese, appassionato di cucina che da qualche mese ormai è al confine con l’Austria in un hotel di lusso 5 stelle per fare esperienza nel campo della pasticceria.
Daniele a soli 14 anni, dopo aver frequentato la scuola media “Vaccina”, decide di trasferirsi a Vieste per studiare presso l’istituto Alberghiero. «Papà è pasticciere da 30 anni, fin da bambino gli sono sempre stato accanto e a 10 anni ho iniziato a mettere le mani in pasta. Quello per la pasticceria è stato amore a prima vista» le parole del giovanissimo andriese, figlio di Luciano Salice, titolare dello storico locale andriese “Roxy Bar”, punto di riferimento per l’intera città federiciana.

Proprio negli scorsi giorni, Daniele ha ricevuto dalla sua scuola il “Premio Manzionna” insieme ad una borsa di studio per gli ottimi risultati raggiunti durante il periodo scolastico (concluso a luglio scorso), che non ha potuto ritirare di persona poiché attualmente sta facendo esperienza in Sudtirol, al confine con l’Austria nel luxury hotel “Amonti&Lunaris resort” (5 stelle). «Faccio parte delle brigata e ricopro il ruolo di secondo pasticciere, il braccio destro dello chef».

Il giovane, ha iniziato la sua esperienza presso la pasticceria di famiglia, in seguito poi, grazie all’alternanza scuola lavoro ha collaborato con Pietro Zito presso “Antichi Sapori” a Montegrosso, per poi conoscere altre realtà del Gargano e in Valle D’Aosta, a Curmayeur.
«Papà mi ha sempre detto di fare esperienze fuori dal nostro locale. E così è stato. Non nego che è stato difficile per un ragazzo di soli 14 anni lasciare la famiglia, ma sono soddisfatto dei sacrifici fatti» ha sottolineato Daniele Salice.

Una bella storia, quella di Daniele, che in piena adolescenza ha deciso di lasciare la sua città, la famiglia e lo storico locale lì dove la sua passione era nata per fare nuove esperienze e cercare, così come dice lui, «di portare la cucina del sud in tutta Italia».
Daniele, però, non dimentica da dove è partito: «Ci tengo a ringraziare i miei professori, gli istruttori del convitto e tutto il personale scolastico, la mia seconda famiglia. Ho varcato i cancelli di quella scuola quando avevo solo 14 anni, ma il percorso mi ha permesso di migliorare in maturità e responsabilità».