Rincari a tre cifre. Aumenti in bolletta addirittura del 400 percento e uscite che superano le entrate. È questo lo scenario che si è delineato nelle ultime settimane e che per molti imprenditori significherà, se non si interviene, prendere la più difficile delle decisioni e cioè quella di chiudere i battenti mandando a casa i propri dipendenti. E questo paradossalmente non per mancanza di ordinativi, commesse o di clienti ma perché le utenze sono troppo costose e quindi se i costi di gestione superano i guadagni non ci sono molte alternative possibili. La Confcommercio ha rappresentato la situazione al prefetto della Provincia Bat, Rossana Riflesso, in un incontro che si è svolto presso la sede territoriale del Governo a Barletta nel quale è stato consegnato da parte della delegazione dell’associazione di categoria un documento con le ragioni delle imprese e le proposte che la Confcommercio ha stilato a livello nazionale e presentato alla politica e ai candidati alle passate politiche, dunque anche a chi ha vinto le elezioni e in queste ore sta lavorando al nuovo Esecutivo, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Hanno incontrato il Prefetto: Claudio Sinisi, presidente della Confcommercio di Andria, Stefano Di Modugno, del consorzio Cogeser in rappresentanza del settore lapideo, Francesco Suriano, direttore di Confcaseari Andria e Antonio Liso della Fipe bar e pasticcerie di Andria.

Al prefetto Riflesso è stata illustrata la situazione di grande difficoltà in cui si trovano gli imprenditori per esempio del settore lapideo, una ottantina sul territorio tra Andria e Trani con circa un migliaio di dipendenti, aziende che con i costi dell’energia alle stelle non sanno fino a quando riusciranno a sopravvivere, così come pure i caseifici e le pasticcerie i cui laboratori per funzionare devono avvalersi di macchinari, forni e altri elettrodomestici sempre in funzione. L’auspicio della Confcommercio è che possano presto arrivare delle risposte dalla legislatura che sta per cominciare non solo per i costi di gas ed energia ma anche riformando il fisco e con un impegno straordinario su lavoro e contrattazione.
“Il problema è grave e non riguarda solo commercianti e imprenditori ma investe anche il piano sociale perché se un’azienda chiude i battenti a fine anno nei guai non finisce solo l’imprenditore che vede sfumare la sua attività ma anche i dipendenti della stessa che per forza di cose saranno licenziati. Anche una sola cessazione di rapporto di lavoro è una sconfitta collettiva con cui le istituzioni devono fare i conti. Un disoccupato in più altro non fa che andare ad accrescere la platea dei percettori di aiuti, gravando ulteriormente sulle casse dello Stato. La gente vuole lavorare in una maniera possibile, questo non è uno scenario sostenibile. Servono aiuti subito”, sostiene Claudio Sinisi. “Siamo certi che il prefetto Riflesso si farà portavoce presso le sedi opportune della nostra preoccupazione e di tutte le difficoltà che le abbiamo rappresentato, ringraziandola sin da ora per l’ascolto che ci ha prestato ricevendoci in Prefettura. Restiamo fiduciosi”, conclude Sinisi.