Questo annuncio fu fatto dall’allora Vicario della Diocesi di Andria, Mons. Giovanni Massaro, attorno alle 19,30. Ma erano le 16.10 esattamente di sei anni fa quando un lieve rigonfiamento fu notato e certificato dalla commissione nominata per valutare quello che sarebbe dovuto esser l’ultimo prodigio della Sacra Spina conservata nella Cattedrale di Andria prima di una lunga pausa sino al 2157. Un momento storico nel 2016 che replicò quello del 2005 con oltre 30mila fedeli in attesa tra Cattedrale, Piazza Duomo e Piazza Vittorio Emanuele II. Un anniversario quello del 25 marzo che si certifica con il prodigio della Sacra Spina custodita nella Cattedrale di Andria quando il giorno dell’annunciazione coincide con il Venerdì Santo. Una ricorrenza rarissima e che ora tornerà dopo ben un secolo ma che nel 2020 ha dato nuovamente segno di se durante il periodo pasquale. Una replica assolutamente inattesa ed annunciata da Mons. Mansi con alcune variazioni cromatiche della sacra reliquia che hanno subito messo in moto la commissione di esperti pronti a certificare un nuovo prodigio decisamente straordinario.

La straordinarietà sta nel fatto che la Sacra Spina non ha mai compiuto, nel periodo pasquale, un prodigio al di fuori degli anni in cui il giorno dell’annunciazione coincide con il Venerdì Santo. In realtà una sola volta è accaduto, dai documenti ufficiali, ma in un altro periodo dell’anno e soprattutto a seguito di una circostanza ben specifica e cioè il ritrovamento della reliquia: nel 1799, infatti, ci fu quella che divenne la “zuffa di Andria” in cui la città, assediata dai francesi guidati dal generale Broussier, restarono fedeli ai Borboni strenuamente. Alla fine si contarono più di mille vittime tra andriesi e francesi e nei saccheggi che seguirono i combattimenti furono rubati moltissimi oggetti preziosi tra cui la Sacra Spina di cui non si ebbe più notizia sino al 1837. Dopo 38 anni, Mons. Cosenza Vescovo di Andria, riuscì a recuperare la preziosa reliquia presso un malato ed anziano cameriere residente a Venosa, il quale aveva ricevuto il dono per il suo servizio reso in tanti anni, dal Vescovo della Città forse ignaro del tesoro posseduto. La Sacra Spina fu riposta, tra la folla festante, nella Cattedrale di Andria il 24 ottobre 1837 e circa una settimana dopo manifestò il suo prodigio in un periodo straordinario.

La Sacra Spina, appartenuta alla corona che fu posta sul capo di Gesù di Nazareth, ha manifestato quattordici volte il prodigio a partire dal 1633, la prima data in cui un atto notarile attesta il reale avvenimento del fenomeno. Purtroppo dal 1308, quando la sacra reliquia fu donata al Capitolo di Andria, al 1633, data del primo miracolo di cui sono stati recuperati atti ufficiali, non è stato possibile risalire a quante altre volte il fenomeno si sia manifestato. Una lunga storia fatta di fede e simboli che però resta avvolta in quell’alone di mistero tipico di oggetti sacri che testimoniano qualcosa di probabilmente più grande di noi.