Racconta di non dormirci ancora: l’avvocato Carmine Di Paola è convinto che sull’omicidio della piccola Graziella Mansi avvenuto il 19 agosto del 2000 ai piedi di Castel del Monte, non sia emersa la verità dei fatti. È convinto che 4 persone abbiano pagato, e stiano pagando ancora, una colpa non loro. Ospite di spazio città per presentare il suo libro “io un avvocato” in cui racconta i più importanti processi che hanno costellato la felice carriera, DI Paola torna appassionatamente su quel processo che ha visto condannati all’ergastolo 5 ragazzi all’epoca dell’omicidio tutti tra i 18 e i 20 anni. Aveva solo 8 anni invece Graziella Mansi quando si allontanò dalla vista del nonno per andare a prendere acqua alla fontanella ai piedi di Castel del monte: una notte di frenetiche ricerche nei boschi murgiani restituì l’orrendo dramma: secondo gli esiti del processo, nei pressi di quella fontanella fu attratta nella trappola e poi nell’orrore della paura, della violenza, dell’uccisione, del tentativo, non riuscito, di far sparire tra le fiamme il piccolo corpicino.

Michele Zagaria, Domenico Margiotta, Giuseppe Di Bari e Vincenzo Coratella erano innocenti secondo l’avvocato Carmine di Paola che per tre volte ha chiesto la revisione del processo. Spera ancora che Pasquale Tortora riveli di essere stato l’unico autore di quel delitto l’avvocato Carmine di Paola, anche spinto dalle parole con cui Vincenzo Coratella aveva accompagnato il gesto estremo del suicidio avvenuto nel carcere di Lecce il 15 dicembre 2008. Sulla sentenza che decise il carcere a vita anche per i 4 ragazzi difesi dall’avvocato Di Paola, pesano errori giudiziari.

Il servizio video di News24.City.