In meno di 24 ore ha già raccolto 800 firme ma dall’Associazione Scuola è Vita di Andria ci dicono che il numero aumenterà e soprattutto non ci si fermerà solo ad una petizione virtuale. La battaglia è tutta contro l’ordinanza regionale che ha previsto un allargamento sensibile della didattica a distanza in Puglia per le prossime due settimane. Una decisione già contrastata da tempo dall’Associazione andriese con il Presidente Pietro Lamorte che ha già più volte sollecitato l’amministrazione regionale a rivedere la sua posizione sulla scuola, tra le altre cose, unica regione in Italia. Ed allora ecco, per cominciare, una petizione on line (PETIZIONE ON LINE CLICCA QUI) il cui testo è a firma proprio del Presidente Lamorte e che, soprattutto, ha già riscosso molti consensi.

Riportiamo in modo integrale il testo della petizione dell’Associazione Scuola è Vita:

Il Re è nudo, sua maestà Emiliano, dalla bassezza dei suoi poteri, ha cacciato dalle scuole, di ogni ordine e grado, tutti i frequentatori di questi luoghi di perdizione. DaD obbligatoria per tutti, una strage degli innocenti, colpevoli solo di essere presenti.

La motivazione sembra una supercazzola tanto cara al maestro Monicelli, ed invece è proprio così: i docenti devono vaccinarsi ed è meglio che gli studenti stiano a casa, fino a quando non si vaccinano tutti. Un po’ come cacciare i malati dagli ospedali perché medici e infermieri devono vaccinarsi.

E chi se ne frega se gli asili sono oasi di pace e gioia, dove tra i più piccoli sopravvivono gli ultimi abbracci legali.

E chi se ne frega se alle elementari le classi si sono faticosamente ripopolate, ed i grembiuli dei bambini sembrano camici di piccoli medici, capaci di guarire tutte le ansie delle mamme, che hanno ritrovato la felicità negli occhi dei loro figli.

E chi se ne frega se gli studenti delle medie hanno abbandonato piano piano la realtà virtuale di computer e cellulari, per riscoprire il piacere ti incontrarsi, allontanando ogni paura all’orizzonte, spingendola dietro al ricordo di una solitudine casalinga troppo lunga.

E chi se ne frega se i più grandi hanno smesso di combattere una “guerra civile” con tutta la famiglia, trovandosi per troppo tempo agli arresti domiciliari, senza avere commesso alcun reato. Uscire per andare a scuola ha fatto scoppiare la pace al ritorno da scuola.

E chi se ne frega se i genitori hanno tirato un sospiro di sollievo per il pericolo scampato, dopo avere temuto nel silenzio della paura più intima, che il proprio figlio non sarebbe stato più in grado di tornare in classe tra gli altri.

Ed allora non ci resta che passare dal menefreghismo irresponsabile dell’osceno del villaggio pugliese, al menefreghismo responsabile di noi genitori, che abbiamo il dovere di lasciare i figli liberi come in un villaggio.

Amava dire l’immensa Maria Montessori: “sguinzagliate i bambini; assecondateli: essi corrono fuori. Lasciateli correre fuori quando piove, si levano le scarpe quando trovano pozze d’acqua, e quando l’erba dei prati è umida di brina ricorrono ai loro piedini per calpestarla; riposano pacificamente quando l’albero li invita ad addormentarsi alla sua ombra”.

Freghiamocene della ordinanza di Emiliano, l’obbligo della DaD è contro natura, ancora di più nella Puglia tinta di giallo, con tutti i dati epidemiologici in miglioramento. Ancora di più se fuori c’è un Sole splendido che vuole fare didattica in presenza.

Mettiamo la DaD a letto, sarà una Didattica a Dormire, e liberiamo i nostri figli tutte le mattine, facciamoli uscire all’aria aperta, potranno incontrarsi tra di loro senza il peso degli zaini, stare insieme sarà ancora più bello.
E la scuola? Possiamo considerare la passeggiata mattutina con gli amici una bella variante, spero contagiosa”.