«Ieri in conferenza dei capigruppo, all’ordine del giorno, anche un punto di discussione sulla rimodulazione del piano di riequilibrio che, come ricordato dal Sindaco, dovrà essere approvato entro il 12 Marzo. Da parte di tutte le forze politiche presenti è emersa con convinzione la volontà di rimodulare il piano. Quello su cui si lavorerà è lo stesso, fallimentare, approvato nel 2018: un piano pensato sì per evitare il dissesto, ma anche proposto beffardamente per essere bocciato e scaricare la palla su chi sarebbe arrivato dopo. Se si dovesse lasciare tutto così com’è si andrebbe a dissesto e invece uno scatto d’orgoglio bisogna farlo, per amore verso la nostra città». Sono le parole di Mirko Malcangi, consigliere comunale di maggioranza e capogrupo nella lista Futura che parla di piano di riequilibrio e prova a dare nuove idee su quali cardini incentrarlo.

«Il piano rappresenta, per la generazione che rappresento e per quelle a venire, un’ipoteca sul futuro – spiega Malcangi – Per questo, bisognerà modificarlo strategicamente: innanzitutto impegnandosi a fondo perché venga valutato positivamente dagli organi di controllo, a partire dal Ministero e sino alla Corte dei Conti cui spetta la decisione finale, ma soprattutto offrendo contributi utili a disegnare la città del domani. Su quali punti spingere Rafforzamento dell’ufficio tributi, non a parole come fatto sino a ieri, ma coinvolgendo personale di altri settori che può essere di supporto. E mettere nero su bianco il progetto di pace fiscale già da noi proposto in campagna elettorale: damo ai cittadini che non hanno avuto la possibilità di farlo prima quella di versare subito una parte e il resto dilazionarlo».

«Rilanciare l’area PIP, che deve diventare un polo d’eccellenza per le imprese di questa città e un distretto cui, anche da fuori, si inizi a guardare per fare investimenti. Sarebbe una boccata d’ossigeno per le casse comunali e una leva importante per l’occupazione. Presidio del territorio. Vorremmo supportare la Polizia Locale in maniera evoluta, investendo sulla sua funzione fondamentale di presidio dell’ordine e tutela della legalità. In tal senso, riteniamo utile dotare il corpo di quegli strumenti tecnologici che, se in un primo momento rappresenterebbero un costo, siamo certi facilmente si tradurrebbero in entrate per l’ente. Agroalimentare e Turismo. Un connubio strategico per promuovere la città in tutto il mondo: attrarre risorse, turisti e investimenti. Andria, come succede in moltissime località, dovrebbe istituire la tassa di soggiorno. Così, poco per volta, inizieremmo a costruire un fondo economico, un reddito interamente dedicato alle misure da attuare in ambito turistico. Non c’è più tempo da perdere, perché la pandemia finirà e bisognerà farsi trovare preparati per il futuro prossimo, che è già dietro l’angolo».