Nuovo rinvio causa Covid per il processo relativo all’incidente ferroviario del 12 luglio 2016, che provocò 23 morti e 51 feriti sulla linea Andria-Corato di Ferrotramviaria.

La nuova udienza è stata fissata per il 14 gennaio nell’auditorium “Riccardo Baglioni” dell’oratorio Sant’Annibale Maria di Francia ad Andria, salvo verifica delle condizioni di sicurezza e sanità della sala. In questa struttura il processo viene celebrato dal 17 giugno scorso su decisione del presidente del Tribunale, Antonio De Luce, proprio per garantirne il proseguo nonostante l’emergenza sanitaria in considerazione della rilevanza e dell’interesse nazionale del procedimento stesso.

Ma, a novembre, a causa della recrudescenza della pandemia, il presidente dell’ordine degli avvocati di Trani, Tullio Bertolino, in rappresentanza dei difensori, aveva fatto presente al Tribunale che l’udienza non si poteva tenere nemmeno nell’auditorium di Andria per la compresenza di troppe persone e la difficoltà di far arrivare in Puglia testi provenienti anche da Toscana e Piemonte. Per questo il collegio dispose il rinvio all’11 dicembre.

Ma anche questa volta l’udienza (tenutasi eccezionalmente nell’aula di Corte d’Assise del Tribunale a Trani) è stata un “pro forma” come un mese fa, con la presenza in aula solo di alcuni legali, dei rappresentanti dell’accusa, dei tre giudici e del personale necessario per lo svolgimento dell’udienza.

Per il 14 gennaio dovrebbe essere riconvocato un teste dell’accusa già sentito in ottobre, per completarne l’esame e procedere al controesame da parte delle difese. L’udienza di ieri è servita solo per sciogliere la riserva da parte del collegio sull’acquisizione di nuovi documenti che la Procura avrebbe voluto produrre, ma diversi difensori si erano opposti.

Questi ultimi avevano chiesto, in particolare, l’inutilizzabilità (parziale o totale) delle relazioni della Digifema, la Direzione delle investigazioni ferroviarie e marittime del Mit. I giudici hanno fatto sapere che solo alcuni dei documenti contestati non saranno acquisiti, mentre le relazioni Digifema non saranno di fatto utilizzabili anche se formalmente ammesse agli atti.

Nel processo per la strage dei due treni, scontratisi sul binario unico tra Andria e Corato, sono imputate 17 persone fisiche e la società che gestisce la linea, la Ferrotramviaria spa. Si tratta di dipendenti, dirigenti e vertici dell’azienda, di un dirigente del Ministero dei Trasporti e di due direttori dell’Ustif (ente del Mit all’epoca dei fatti incaricato della sicurezza dei treni locali) di Puglia, Basilicata e Calabria: rispondono, a vario titolo, dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Ferrotramviaria è imputata in qualità di persona giuridica per la responsabilità amministrativa nei reati contestati ai suoi dipendenti. Parti civili nel processo (solo nei confronti delle persone fisiche) la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, alcune associazioni, parenti delle vittime e passeggeri sopravvissuti. Ferrotramviaria, Ministero dei Trasporti e Regione Puglia sono stati citati in qualità di responsabili civili.