Quarant’anni passati sulle scene, tra musica, cinema e varietà. Gli anni del successo, trascorsi fianco a fianco ai grandi personaggi dello spettacolo, rimasti nella memoria del pubblico probabilmente molto più di lui. Poi l’improvviso ritiro, nel silenzio, come se la notorietà non facesse parte del suo modo di essere. La parabola inversa di un’artista, tra i meno conosciuti e forse completamente dimenticati dal mondo dello spettacolo. La parabola di Nino Ferrer, all’anagrafe Agostino Arturo Maria Ferrari, cantante, autore e attore cinematografico, tra i volti più noti della tv italiana degli anni ’60.

A lui è stato dedicato lo spettacolo portato in scena, ieri sera, a dal musicteller Federico Sacchi, nell’ottava giornata del Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria.

Un viaggio nella carriera di Ferrer: dai grandi successi ottenuti con i brani “Agata” e “La Pelle Nera”, alla partecipazione al Festival di Sanremo e alle più popolari trasmissioni televisive dell’epoca, accanto a mostri sacri come Pippo Baudo e Raffaella Carrà, sino al brusco cambiamento di rotta. Gli anni difficili, l’improvvisa scomparsa dai palinsesti e la definitiva uscita di scena: forse tra i motivi che lo porteranno a togliersi la vita, due giorni prima del suo 64° compleanno.

Un documentario sui generis, quello presentato da Federico Sacchi, capace di immortalare l’intera storia di un’artista, ma anche del volto nascosto dietro alla maschera del personaggio: un uomo, schivo e al tempo stesso ribelle, geloso della sua libertà al punto tale da preferire il buio alle luci della ribalta.