Un misuratore di campi elettromagnetici, diversi luoghi nella città di Andria e rilevazioni specifiche per capire cosa accade nei pressi delle antenne di telefonia mobile installate  nei diversi luoghi. Oggi ci concentriamo su di un caso che può essere considerato piuttosto “limite” in città: eccoci in un appartamento nei pressi di via Barletta, qui di fronte, come si vede dalle immagini, c’è una delle più alte concentrazioni di antenne di telefonia. Vi sono, infatti, tre gestori con i propri impianti su di un palazzo di fronte e con puntamento proprio nella direzione della rilevazione grazie al misuratore specifico. Ed ecco i dati: i primi sono stati rilevati all’esterno del loggiato dell’abitazione in direzione delle antenne: media inferiore ai 3,5 volt su metro rispetto al limite che per legge è 6. Per capire come cambia l’esposizione ai campi elettromagnetici abbiamo provato semplicemente a chiudere un’anta di protezione per vedere abbattere di circa un punto la media di esposizione. Proseguendo nelle rilevazioni ci siamo spostati all’interno della cucina, a meno di un metro dal precedente luogo ma all’interno dell’abitazione: dati molto bassi con una media di poco inferiore ai 0,4 volt su metro. Rilevazione fatta anche in soggiorno, dove è presente un dispositivo wireless per internet, acceso, e dati che restano inferiori allo 0,4 volt su metro. Nuova rilevazione sul terrazzo dell’abitazione con una rilevazione che di media segna circa 4,5 volt su metro con qualche picco oltre i 5 nel momento in cui abbiamo provato ad utilizzare i cellulari.

Soltanto numeri, come numeri sono quelli che la legge prevede siano dannosi per la salute: il decreto del Presidente del Consiglio dell’8 luglio 2003 «Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici», fissa due parametri importanti: se un luogo vedrà esposte persone per più di 4 ore consecutive, il valore massimo deve essere nei limiti dei 6 volt su metro, mentre per i luoghi nei quali la presenza umana è inferiore alle 4 ore, il limite può esser superato. Ma a questo si è aggiunta nel 2006, la legge regionale della Puglia (n. 14 del 14/09/2006) che ha regolamentato una legge già impostata ben quattro anni prima sulle «Norme transitorie per la tutela dell’inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell’intervallo di frequenze tra 0Hz e 300GHz». La legge regionale cerca di uniformare le procedure autorizzatorie degli enti in questa materia. In particolare si richiede, negli obbiettivi di qualità, di perseguire in massimo grado «l’obiettivo di minimizzare e di rendere uniforme sul territorio l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici». In più la stessa Regione abbassa l’ipotetico limite già ai 4,5 volt su metro.

La città di Andria può contare poi anche su di un regolamento specifico per l’installazione di antenne di telefonia mobile, un regolamento approvato a fine 2016 in concomitanza con il primo piano di zonizzazione realizzato in città che ha permesso di fare una prima mappatura complessiva del territorio. Questo allo stato la situazione in città. L’allarme per il proliferare di nuovi impianti è scattato a fine marzo quando i gestori di telefonia presentano, come ogni anno, i propri piani di gestione degli impianti. Tenere sempre la guardia alta, ovviamente, anche se il sistema cittadino sembra reggere. Una richiesta sempre maggiore di web e telefonia mobile che spinge, naturalmente, i gestori a nuove installazioni che nella città di Andria, tuttavia, potrebbero esser meno di decina per i due gestori che hanno presentato il piano. Uno, Iliad, ha rilevato la rete e la frequenza lasciata libera con la fusione tra le compagnie “3” e “wind” e potrebbe installare circa 5 nuovi impianti di cui la maggior parte in zone rurali. L’altro, “TIM”, ha nel suo piano altre 4 nuove installazioni per potenziare la sua rete in città.

Continueremo a monitorare la situazione con particolare attenzione ricordando anche che la Città di Andria è dotata di tre rilevatori in continuo di campi elettromagnetici che però sono in assistenza da ormai oltre un anno e che nel tempo hanno già operato in diversi punti della città. E’ bene anche ricordare come per l’installazione delle antenne vi sia una lunga trafila burocratica che prevede, tra le cose più importanti, le rilevazioni nei luoghi di insediamento da parte dell’ARPA anche postume rispetto all’installazione. Per vederci comunque ancor più chiaro diverse associazioni hanno depositato una richiesta formale di incontro con le autorità cittadine e l’amministrazione in particolare, per capire allo stato attuale quale sia lo stato di salute complessivo della città e quali le ipotesi future per eventuali nuovi impianti.