«Ormai se dici “accoglienza” ti guardano come se avessi detto una parolaccia». Inizia così la lettera-appello che il consigliere regionale della lista “Emiliano Sindaco di Puglia” Sabino Zinni ha inviato alla stampa. «E’ il risultato del martellamento portato avanti da Salvini e affini negli ultimi mesi. Tu dici accoglienza e chi ascolta pensa agli immigrati. Ma l’accoglienza non è solo quella riservata a chi arriva dal mare, è qualcosa di molto più ampio, ed è uno dei valori sui cui si è fondata la nostra storia».

«Ogni giorno, nella nostra città, vengono accolti e aiutati andriesi in situazioni di povertà, andriesi diversamente abili, andriesi anziani e soli, andriesi malati e dimenticati, oltre ai migranti» continua il consigliere. «A fare questo sono operatori di cooperative che lavorano in condizioni precarie e a cui spesso non vengono riconosciuti neanche gli stipendi; oppure volontari che non possono neanche più essere fieri del loro impegno, devono stare attenti a come parlano e spesso difendersi da minacce ed aggressioni».

«Io dico che a questo stato di cose non ci si può rassegnare» prosegue la lettera. «L’accoglienza deve rimanere qualcosa di positivo e il praticarla deve essere motivo d’orgoglio. Ecco perché propongo di mobilitarci, di scegliere un giorno e una piazza per incontrarci e dimostrare che c’è un’Andria che a questo stato di cose non si arrende. Ci vogliono egoisti e incattiviti e noi invece rimaniamo aperti e solidali, e lo testimoniamo».

«Tutte le persone e le organizzazioni della città che vivono come me questo disagio sono le benvenute. Racconteremo i diversi volti dell’accoglienza, ciascuna realtà parlerà di quello che ha scelto e di quello che pratica, e sarà un modo per testimoniare che c’è chi, nonostante tutto, di fronte a certe cose non resta indifferente.

«So che la scaltrezza politica preferirebbe che me ne stessi zitto in questo momento, e che facessi finta di niente, ma so anche che una volta che torno a casa devo potermi guardare allo specchio» conclude Zinni. «Se non facessi niente per fermare la triste deriva che abbiamo intrapreso, mentre nel resto d’Italia si mobilitano, non potrei farlo più».