I «nonni» sono da sempre una risorsa fondamentale e un riferimento sociale importante e i nonni contemporanei sono anche sempre più giovani e sempre più attivi socialmente e culturalmente, altamente informatizzati e interessati ad uno stile di vita sano e attivo.
Il 2 ottobre ricorre la festa dei nonni e non si può non tener presente che la figura del nonno è cambiata rispetto ai decenni passati e ancor di più rispetto al secolo scorso.

L’età media nella quale si diventa nonni è calata negli ultimi decenni e ha ora raggiunto i 54,8 anni.
I «nonni d’Italia» sono oltre 12 milioni. L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di nonni che si occupano di un nipote e quasi il 26% di loro accudisce i nipoti mentre i genitori lavorano. Questa situazione, senza dubbio positiva sotto l’aspetto umano, rivela una realtà in cui le famiglie si devono affidare a quelle di origine per poter accudire i figli, in tempi di difficoltà economiche ed occupazionali e di carenti investimenti nel settore della famiglia e dei servizi sociali.

Insomma, analizzando figura e funzione dei nonni se ne ricava uno spaccato della società interessante che apre le porte e diverse riflessioni dagli argomenti trasversali. Per questa ragione non è irrilevante la ricorrenza del 2 ottobre che in tutta Italia si celebrerà con iniziative differenti sociali culturali e anche solidali che abbiano tra le altre ragioni promotrici quella di non alimentare , come ribadito più volte anche da Papa Francesco, la “cultura dello scarto” scavando fossati invalicabili tra le vecchie e le nuove generazioni ma favorendone la comunicazione, lo scambio di saperi e l’interazione costruttiva ed educativa. Perché l’innovazione culturale, sociale e civile possa sempre affondare le radici in una solida tradizione delle conoscenze.