«Già otto mesi fa ero ritornato a denunciare l’inutilità di un’opera che, così come concepita, non risolve le attuali criticità sulla viabilità ed è devastante sull’ambiente e sull’economia agricola della nostra città».
Così il Presidente del Gruppo Consiliare di Forza Italia alla Regione, Nino Marmo, sulla delibera del Consiglio dei Ministri che consente la prosecuzione del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto di completamento dei lavori della tangenziale ovest di Andria.

«All’epoca – sottolinea Nino Marmo – avevo eccepito la regolarità dell’iter burocratico per la realizzazione di un tratto di strada non contemplata nel Piano Regolatore Generale e neppure nel Piano Regionale dei Trasporti (poi modificato di proposito), un’opera che non è una tangenziale ma qualcosa di approssimativo, ovvero una bretella, che non “tange” per nulla l’abitato, ma altro! Oggi, dopo la delibera del Governo, devo ribadire con forza il rischio di gravi danni all’ambiente e al patrimonio culturale nonché segnalare le incognite e gli svantaggi che potrebbero derivare per le attività agricole, particolarmente pregiate nelle aree interessate dal progetto dell’opera.

Portare una strada a notevole impatto ambientale a pochi metri dalla Via Traiana – continua Marmo – dove insistono emergenze archeologiche, interessanti manufatti rurali da preservare e zone ecologiche da tutelare, è indice di scarsissima sensibilità. Non ci sorprendono neppure i toni trionfalistici dei pentastellati che dimostrano ancora una volta pressapochismo e superficialità politica, perché gridano al trionfo ignorando la semplice lettura del territorio e delle carte: tale questione ha alla base una illegittimità (per ora) grande quanto una montagna. A ciò si aggiunga la beffa delle permanenti incertezze sulla viabilità che la nuova strada non risolverebbe.

Al posto di effettuare una massiccia e nuova colata di cemento – conclude Nino Marmo – sarebbe più utile utilizzare le somme di quello stesso finanziamento, per mettere in sicurezza con criteri moderni l’attuale sede della provinciale Andria-Canosa, precisamente nel tratto che va dall’innesto della vera tangenziale con la ex Strada Provinciale andriese-coratina fino alla curva in direzione Canosa. Tutti hanno richiesto urgentissimi lavori di messa in sicurezza della strada, degli svincoli e dei ponti esistenti, alcuni segnalati come pericolosi (tanto per parlare di ponti!). Al tempo stesso occorre pensare alla messa in sicurezza della Tangenziale da via Trani a via Corato, e al completamento dell’anello viario, da via Canosa all’autostrada.

Su questa vicenda sarebbe stato più opportuno aprire un pubblico dibattito, proficuo e non pregiudiziale per valutare meglio i benefici e il reale miglioramento della qualità di vita sull’intera comunità cittadina e sugli utenti della strada, oltre che vagliare altre soluzioni progettuali. Tutto ciò non è accaduto, con un altro grande assente, o tenuto fuori di proposito: il Consiglio Comunale, per non parlare della Regione, che ha cambiato le carte in tavola! Abbiamo assistito al rimpallo di lettere e provvedimenti tra Provincia, Comune e Regione, senza mai risolvere l’originario vizio procedurale e sostanziale».