Ricorre oggi il diciottesimo anniversario della morte della piccola Graziella mansi, violata e uccisa da un branco di balordi all’ombra del maestosto castello di federico secondo di svevia. Diciottanni da quell’onta che la comunità andriese dovette subire per mano di cinque giovanissimi. Prima la scomparsa della piccola, allontanatasi dalla vista del nonno per andare a recuperare un po’ d’acqua alla fontanella che distava poche decine di metri dalla bancarella di souvenir che la sua famiglia gestiva ai piedi di castel del monte. Le ore frenetiche di ricerca delle forze di polizia, militari, tanti volontari e le troupe televisive tra cui la nostra che inseguì le tracce nella speranza di raccontare solo di un grande spavento.

E invece no. Lì nel bosco Graziella era stata violata alla tenera età di otto anni una violenza da cancellare subito dopo tra le fiamme che però si sedarono davanti al corpicino di graziella lasciando che il suo volto restasse vivo nella memoria dei cinque: michele zagaria, domenico margiotta, giuseppe di bari, pasquale tortora, vincenzo coratella tutti tra i 18 e i 20anni l’hanno uccisa per gioco dissero gli investigatori dopo aver indivuduato il branco, aver interrogato ciascuno separatamente e dalle prime confessioni aver ricostruito gli agghiaccianti momenti di una imperdonabile follia. Tutt’altro che un gioco fu il destino di graziella che oggi avrebbe 26anni.

Tutt’altro che un gioco fu anche il processo all’esito del quale Pasquale Tortora fu condannato a 30anni, fu lui ad attrarre graziella nella trappola che la avrebbe straziata di paura prima, di violenza poi e infine di un tentativo vano di cancellare l’orribile delitto. Ergastolo per vincenzo coratella che si è sempre proclamato innocente nonostante tutte le evidenze del caso. Lui non resse quella condanna e nel 2008 si tolse la vita nel carcere di lecce. Gli altri sono dietro le sbarre a invecchiare gli anni che hanno tolto alla piccola graziella mansi.